IL MATTINO
Nel 1948 il maestro fece stampare e spedire a sue spese un volantino a tutti i parlamentari dell’epoca
02.05.2017 - 10:03
E proprio nel 1948 l’Ordinario di musica e canto corale dell’Istituto Magistrale di Lagonegro, il Maestro Sante Calza, cieco dalla nascita, fa stampare e spedisce a sue spese a tutti i rappresentanti parlamentari dell’epoca un volantino (foto): “On.li Deputati e Senatori, c’è chi pensa per i lavoratori; c’è chi pensa per i disoccupati; c’è chi pensa per i pensionati e per i mutilati di guerra; nessuno ha pensato ancora ai mutilati della natura, a coloro che, pur volendo, non possono lavorare. Facciamo che dai tesori dello Stato esca un pane sicuro e continuativo anche per loro: per i ciechi, per i sordomuti, per i dementi, per gli storpi, per i paralitici. Facciamo raddoppiare o triplicare a tal uopo il prezzo del sale, esponendo nei pubblici spacci il seguente avviso: cittadini, è stato maggiorato il prezzo del sale per dare un pane sicuro e continuativo ai grandi mutilati della natura: ciechi, sordomuti, dementi, storpi e paralitici. Benedite questo provvedimento”. Il volantino poi così conclude: “Ricordando la generosità con cui ognuno di loro, onorevoli Deputati e Senatori, si presentò sulle pubbliche piazze nei pubblici comizi, si può sperare che in Italia anche questa piaga sia presto sanata”.
A vent’anni dalla prima Legislatura, nel 1968, vengono varate in Italia le prime leggi in favore delle persone disabili. La prima sul collocamento obbligatorio dei disabili, l’altra istitutiva dell’indennità di accompagnamento per i ciechi civili. L’anno successivo fu istituita la pensione sociale, nel 1970 la pensione per i sordomuti . E, ancora, nel 1972 si ha la prima legge sull’invalidità civile, con l’istituzione dell’assegno mensile e della pensione di invalidità civile. Nel 1977 vengono invece abolite le classi differenziali per i disabili, e nel 1978 viene promulgata la “legge Basaglia”, che segna l’inizio della “riforma psichiatrica”. Due anni dopo, nel 1980, viene istituita l’indennità di accompagnamento per gli invalidi civili.
Questa in breve la storia della conquista di diritti delle persone disabili, che dopo decenni di battaglie, iniziano ad avere riconoscimenti di legge solo a vent’anni dalla prima legislatura della Repubblica Italiana, nel 1948.
E proprio nel 1948 l’Ordinario di musica e canto corale dell’Istituto Magistrale di Lagonegro, il Maestro Sante Calza, cieco dalla nascita, fa stampare e spedisce a sue spese a tutti i rappresentanti parlamentari dell’epoca un volantino (foto): “On.li Deputati e Senatori, c’è chi pensa per i lavoratori; c’è chi pensa per i disoccupati; c’è chi pensa per i pensionati e per i mutilati di guerra; nessuno ha pensato ancora ai mutilati della natura, a coloro che, pur volendo, non possono lavorare. Facciamo che dai tesori dello Stato esca un pane sicuro e continuativo anche per loro: per i ciechi, per i sordomuti, per i dementi, per gli storpi, per i paralitici. Facciamo raddoppiare o triplicare a tal uopo il prezzo del sale, esponendo nei pubblici spacci il seguente avviso: cittadini, è stato maggiorato il prezzo del sale per dare un pane sicuro e continuativo ai grandi mutilati della natura: ciechi, sordomuti, dementi, storpi e paralitici. Benedite questo provvedimento”. Il volantino poi così conclude: “Ricordando la generosità con cui ognuno di loro, onorevoli Deputati e Senatori, si presentò sulle pubbliche piazze nei pubblici comizi, si può sperare che in Italia anche questa piaga sia presto sanata”.
Il primo corpo docente del magistrale di Lagonegro
Quel Maestro cieco che da solo “osò” scrivere (oltre che in braille scriveva molto bene anche a macchina), stampare, spedire questo appello, era mio nonno, che morì quando io avevo 2 anni unico nipote che lui potè abbracciare. Sono venuto a conoscenza del volantino perché mi è stato regalato da mio padre: probabilmente l’ultima copia rimasta, ma testimonianza di una persona che pur vivendo la sua condizione di cieco in maniera tutto sommato economicamente agiata, si preoccupava e si faceva interprete delle condizioni di malessere di tanti altri disagiati perché potessero al più presto e finalmente diventare – come diciamo oggi – diversamente abili e comunque ricoprire un ruolo attivo nella società grazie al contributo di tutti gli italiani, la gente “normale”, attraverso un aumento della sola tassa sul sale.
Nonno Sante era di origini ravennati, come suo fratello Primo, più grande di lui di 3 anni. Erano entrambi ciechi dalla nascita, e all’epoca, poche erano per un cieco le opportunità di studio e di lavoro. Entrambi riuscirono grazie all’interessamento dell’Arcivescovo di Ravenna dell’epoca, Mons. Guido Maria Conforti (proclamato santo da papa Benedetto XVI il 23 ottobre 2011), furono accolti presso l’Istituto Serafico per ciechi e sordomuti di Assisi. Successivamente, dopo la licenza media superiore, continuarono gli studi presso il Conservatorio Gioacchino Rossini di Pesaro dove i due fratelli si diplomarono in Pianoforte, organo e canto corale.
Dopo qualche anno andò ad insegnare presso l’Istituto Santa Croce dei Frati Bigi, una congregazione ormai scomparsa, a Sapri, città dove conobbe e sposò mia nonna Esther, insegnante anche lei, e dove nacque mio padre. In quegli anni vinse il concorso per insegnare musica e canto negli Istituti Magistrali.
A Lagonegro c’era una scuola triennale, la Normale “L. Settembrini”, che preparava i maestri elementari e dove insegnò per un biennio anche l’allora fidanzata del poeta partenopeo Salvatore Di Giacomo, Elisa Avigliano. Nel 1924 tutte le scuole normali furono soppresse da Giovanni Gentile che istituì gli Istituti Magistrali con corsi di quattro anni. I lagonegresi riuscirono a far istituire l’Istituto Magistrale nella loro cittadina, intitolandolo alla Principessa di Piemonte, e lì a mio nonno fu assegnata la cattedra di ruolo di musica e canto corale.
Il primo corpo docente del neonato Istituto diretto dal preside Gallinari, vedeva anche la presenza di un giovanissimo filosofo, Michele Federico Sciacca, che diventò una delle principali figure dello spiritualismo filosofico del ‘900.
Questo breve excursus per meglio far intendere che per fortuna sua e della sua famiglia mio nonno Sante non aveva problemi economici, viveva tra l’insegnamento e le tante messe solenni che poteva permettersi di suonare gratuitamente, ma teneva a cuore le sorti di chi invece, portatore di handicap e meno fortunato di lui, stentava a vivere.
Non si rivolse né a partiti né ad associazioni, era una battaglia, la sua, discreta e non manifesta, fatta senza apparire, che viveva intensamente e che sentiva di dover combattere in prima linea e in prima persona, e che col tempo diventò una sua ragioni di vita, alla pari delle composizioni di canti corali e di romanze, sua passione di sempre: una battaglia per conquiste sociali in favore di quei “mutilati della natura” che hanno diritto di vivere comunque una vita dignitosa.
Ho ritenuto di dover raccontare questa storia, una piccola parte della storia della mia famiglia, forse approfittando del mio ruolo di giornalista e dell’amicizia del mio amico più che collega Leonardo Pisani, non per vanto, ma perchè aggiunge un tassello alla storia lagonegrese e lucana, in quanto è stato un lagonegrese, un lucano, sia pur oriundo romagnolo, nel 1948, con un pubblico volantino, ad invitare per primo tutti i deputati e senatori dell’epoca, senza distinzione di colore politico, a concentrare l’attenzione sulle condizioni di vita e sui bisogni di disagiati fisici e mentali, e che se pur leggi in tal senso sono arrivate a distanza di vent’anni e più, un poco è stato anche merito suo.
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