IL MATTINO
La mostra di Maria Ditaranto, ispirata dalle musiche del maestro Cacciapaglia
03.04.2017 - 14:28
Mostra da visitare “Le due lune di Lilith” della Ditaranto, con due poli antagonisti della “visione alchemica” della realtà, dove bene e male sono considerate delle illusioni mentali: come, pure, sosteneva Albert Einstein. L’artista ci conduce in un viaggio fisico, dove l’arte è anche conoscenza, facendo intuire visivamente che “la realtà possiede numerose facce: l’incanto, la grazia, l’armonia, la menzogna, il disinganno e la verità. E come nel “mito perduto di Lilith” essa si mostra: sia nella bellezza dei viventi e sia nell’appariscenza delle ombre”.
“Io sono Lilith, la dea delle due notti che torna dall'esilio.
Io sono Lilith, la donna-destino. Nessun maschio le è mai sfuggito e nessun maschio desidera sfuggirle. Io sono le due lune Lilith”
Così la poetessa libanese Joumana Haddad decanta la mitologica dea demone Lilith, la prima sposa ripudiata da Adamo perché si rifiutò di obbedire al marito che pretendeva di sottometterla specie sessualmente. La Lilith demone della notte, che nel corso dei secoli è stata vissuta come una divinità negativa, portatrice di disgrazie e sinonimo di adulterio, stregoneria, lussuria e vampirismo e che, poi, da fine ottocento, quando l’emancipazione femminile iniziava la sua marcia nel mondo occidentale, divenne un simbolo di libertà, è diventata la protagonista di 24 straordinarie opere di Maria Ditaranto.
La sensibile artista in compagnia delle raffinate melodie e composizioni di Roberto Cacciapaglia, ha realizzato un interessante lavoro sul corpo femminile e sulla sua naturale trasformazione legata agli eventi della vita. “Le due lune di Lilith”, da oggi 2 aprile, in mostra negli spazi della Galleria Idearte di Potenza, al n. 75 di Via Londra alla presenza dell'artista, è stata inaugurata con l'intervento del critico d'arte Rino Cardone, che ha curato il testo di presentazione in catalogo, la partecipazione di Carlo Motta, responsabile editoriale della Cairo Editore e di Angela Blasi Presidente del Commissione pari opportunità della Basilicata. A moderare la serata la giornalista Nicoletta Altomonte.
Io sono Lilith, reduce dall’esilio e dalla vacua prigione dell’oblìo, leonessa maestosa e dea di due lune.(…)” Rino Cardone cita sempre Jumana Haddad come incipit per l’analisi critica della Ditaranto sottolineando “Il primo elemento estetico che viene fuori da questi suoi dipinti, più recenti, è l’aver dato corpo a una “soluzione semiotica” (espressa per simboli) che è supplementare e aggiuntiva alla “rappresentazione sinottica” (d’insieme) della figura. Ne è nata una soluzione creativa, energica e affascinante, pregnante e attraente: sia per la scelta delle tinte (bianchi di zinco, di titanio e di bario; giallo ocra; rosso Tiziano; lacca di robbia; nero bitume e blu d’oltremare) e sia per le immagini proposte con figure femminili, volatili e insetti”. Possiamo definire, questa mostra del 2 aprile, la prima volta della Ditaranto, per una serie di coincidenze, anzi definiamoli di corsi del destino. Lilith, difatti, assume anche importanza nell’astrologia moderna con le fasi della Luna. La Ditaranto, pur essendo un’artista affermata nazionalmente, - ricordiamo il primo premio nel 2016 alla sezione pittura come miglior soggetto del concorso “Art Contest Upstream”- Palazzo Gagliardi – Vibo Valentia e le esposizioni nella Sala dei Dioscuri –del Quirinale, la partecipazione ad Arte Padova 2016 e a Bergamo Fiera con la Galleria Esserre, ed è presente nel Catalogo dell’Arte Contemporanea 2016/2017 edito da Acca Edizioni -, ha scelto di presentare la sua prima importante personale nella città capoluogo di regione che l'ha ufficialmente adottata. Una mostra che rappresenta una metamorfosi artistica, come sottolinea sempre Rino Cardone Per raggiungere questo risultato, Maria Ditaranto si è lasciata, intenzionalmente, alle spalle la sua ricerca precedente, fatta di ritratti, di nature morte e di scene di genere. Le immagini da lei, ora, create rinviano, nei contenuti e negli argomenti trattati, a qualcosa che va oltre a quello che si vede, pur conservando una piena aderenza: sia con l’evidenza della realtà (così come quest’appare) e sia con “la tangibilità delle cose” (che riconduce il tutto alla filosofia dell’archè e alla “natura primigenia” che domina il mondo). Questa scelta estetica ha portato Maria Ditaranto a esprimersi con una “pittura espressiva” sviluppata: per simboli, per concetti, per idee, per pittogrammi, per manifestazioni ideogrammatiche dell’inconscio umano, per forme strutturate della mente e per visioni che superano la soglia della coscienza. E che sono funzionali tutte insieme, nello stesso tempo, a dimostrare la complessità della psiche umana”.
Mostra da visitare “Le due lune di Lilith” della Ditaranto, con due poli antagonisti della “visione alchemica” della realtà, dove bene e male sono considerate delle illusioni mentali: come, pure, sosteneva Albert Einstein. L’artista ci conduce in un viaggio fisico, dove l’arte è anche conoscenza, facendo intuire visivamente che “la realtà possiede numerose facce: l’incanto, la grazia, l’armonia, la menzogna, il disinganno e la verità. E come nel “mito perduto di Lilith” essa si mostra: sia nella bellezza dei viventi e sia nell’appariscenza delle ombre”.
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