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È un crescendo di forza e di passione quello che ci racconta Eva Immediato

L'ultima Ninna Nanna della "Lupa Brigantessa"

La recensione di Io So’ Briganta, spettacolo scritto da Eva Immediato e Leonardo Pisani

L'ultima Ninna Nanna della "Lupa Brigantessa"

Tra gli applausi Eva chiama sul palco anche un Leonardo Pisani sorridente, io che lo conosco un po' ho come la sensazione che qualcosa brilli al fondo degli occhi, forse sono le luci, o forse no.

Al netto di tutti gli orpelli, le analisi psico-sociologiche, per me, il teatro è esattamente questo, una storia narrata, un interprete, e tante persone che riescono a sentire sensazioni, sentimenti, a vivere, con l'attore, un'altra vita.

 

La sera nella Valle del Noce è umida, l'antico lago che l'ha generato ricorda di essere esistito e aleggia nell'aria come il fantasma di epoche remote, ciò nonostante l'aria non è fredda, un odore sottile aleggia ricordandoci che la primavera sta arrivando.

La gente arriva a gruppi, sorrisi, voci e volti che si riconoscono, piano si dispongono nella sala in attesa che tutto cominci, il palcoscenico è spoglio, uno sgabello e una scaletta di legno sono la scenografia di uno spettacolo minimalista nell'allestimento ma potente nei testi e nelle atmosfere.

Sono sceso a Nemoli per vedere lo spettacolo “Io so' Briganta” di Eva Immediato e Leonardo Pisani, interpretato da Eva Immediato con l'accompagnamento musicale di Pierangelo Camodeca alla fisarmonica.

Scambio due chiacchiere con Leonardo Pisani che è in platea in attesa di vedere in scena lo spettacolo scritto a due mani con Eva, sono tre racconti che narrano la vita di tre brigantesse, per la lui è la prima volta che assiste alla messa in scena dei suoi racconti, si legge un filo di emozione e lo sforzo di dissimularla.

Le luci si abbassano, il brusio cessa netto, all'improvviso, e inizia il racconto.

E' un crescendo di forza e di passione quello che ci racconta Eva, passando attraverso le vite e le scelte di tre donne, ciascuna delle quali emblematica di qualcosa, la passione civile di Maria Lucia Dinella, l'anelito di libertà di Serafina Cimminelli fino alla passione carnale, sanguigna, di Niccolina Licciardi.

E sono diversi i toni, che Eva Immediato riesce a trasferirci dal palcoscenico, dalla combattiva Maria Lucia all'accorata Serafina fino al grido rotto, sanguigno, della lupa Licciardi, feroce.

La fisarmonica spezza i ritmi, alterna le sue note nostalgiche e le sue scale vertiginose che tra i contrasti dei bassi e delle note del cantabile, prendono vita al ritmo del mantice e ugualmente è il ritmo del mantice quello che guida Eva Immediato nella sua recitazione, un mantice emozionale.

L'innocenza delle parole si alterna ai profili cupi della tragedia che, ahimè, sempre rappresenta l'epilogo di queste storie, dal carcere alla dannazione eterna della ferocia inaudita.

 

Ohi Ninna Nanna, Ninna Nannarella

u' lupe s'è magnate a picurella.

 

Le parole della ninna nanna evocano le storie, le picurelle Maria Lucia, Serafina, Niccolina sono affascinate dalla vita, dalla speranza, dall'amore e finiscono in bocca alle Lupe che le masticano e le divorano, trasformando i sogni di donne semplici, la libertà, l'amore, la voglia di una vita felice nell'epopea delle donne guerriere contadine del brigantaggio.

 

Ohi Picurella mia come facisti

quanne in bocca allu lupo ti vidisti.

 

Muore la picurella, muore con la scarica di fucileria che ammazza a Montereale come un cane il suo amato Antonio Franco, muore Maria la Pastora, quando Ninco Nanco viene ammazzato a tradimento, muore due volte, infine, la Licciardi quando il suo compagno, braccato, spegne la vita del loro stesso figlio, come una bestia presa nella tagliola che si sbrana la zampa per liberarsi, e quando Lei, lupa ferita a cui è stato strappato il cucciolo, si vendica e uccide il suo stesso uomo, “'u diavulu” che l'ha irretita e dannata.

 

Il finale è una nenia cantata a voce rotta, un lamento quasi, un dolore che si fa parola e brucia e graffia, che tocca corde profonde, l'ultimo pianto di una fiera colpita a morte, al cuore, che fa correre brividi nella platea attenta e silenziosa.

Quando finisce l'ultima parola l'applauso del pubblico attende un attimo prima di partire, aleggia silenzioso sulla platea un'atmosfera di dolore e di rimpianto, un brivido sulle schiene delle donne presenti in sala poi il primo battito di mani rompe il silenzio ed è uno scroscio lungo, convinto, affettuoso quello che il pubblico riversa su Eva e sul suo bravissimo accompagnatore musicale.

Tra gli applausi Eva chiama sul palco anche un Leonardo Pisani sorridente, io che lo conosco un po' ho come la sensazione che qualcosa brilli al fondo degli occhi, forse sono le luci, o forse no.

Al netto di tutti gli orpelli, le analisi psico-sociologiche, per me, il teatro è esattamente questo, una storia narrata, un interprete, e tante persone che riescono a sentire sensazioni, sentimenti, a vivere, con l'attore, un'altra vita.

Magari sarà una visione semplicistica, quella di un normale spettatore come tanti altri, incapace di immergersi nei meandri tecnici delle pause, delle battute, dei ritmi o delle luci, quella di un bambino che rimane incantato davanti ai pupi di un teatrino di marionette ad ascoltare una storia, ma il teatro di Eva è potente e incanta il suo pubblico e questo è quello che conta.

Eva Immediato e Leonardo Pisani 

Sono convinto anche che lo spettacolo potrebbe arricchirsi, irrobustirsi, con un allestimento meno minimalista, mi piacerebbe rivederlo in un luogo teatrale più proprio della sia pur bella sala del Centro Polifunzionale di Nemoli.

In conclusione è stata una serata piacevolissima, possibile anche grazie all'Associazione Culturale “A Castagna ra critica” di Lagonegro, un'altra delle tante bellissime realtà associative che animano la nostra Regione.

Riparto da Nemoli molto tardi, nella notte un po' l'umidità del vecchio lago è sfumata e con lei anche i fantasmi di vecchie storie di donne e contadini, di briganti e lupe feroci resta solo la strada fino a casa e le chiacchiere calde con un vecchio amico a fare compagnia.

 

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Commenti all'articolo

  • astronik

    30 Marzo 2017 - 06:53

    Mitico Leo! Bellissima recensione!

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