IL MATTINO
21.03.2017 - 14:51
Un tale aveva una grande vigna e una mattina, molto presto, uscì in piazza per prendere a giornata uomini da mandare a lavorare nella sua vigna. Fissò con loro la paga normale: una moneta d'argento al giorno, di cui una piccola parte poteva esser messa da parte per la vecchiaia, e li mandò al lavoro.
Verso le nove del mattino tornò in piazza e vide che c'erano altri uomini disoccupati. Gli disse: “Andate anche voi nella mia vigna; vi pagherò quel che è giusto”. E quelli andarono.
Anche verso mezzogiorno e poi verso le tre del pomeriggio fece la stessa cosa. Verso le cinque di sera usci ancora una volta e trovò altri uomini. Disse: “Perché state qui tutto il giorno senza far niente”?
E quelli risposero: “Perché nessuno ci ha preso a giornata”.
Allora disse: “Andate anche voi nella mia vigna”.
Quando fu sera, il padrone della vigna disse al suo fattore: “Chiama gli uomini e da' loro la paga, cominciando da quelli che son venuti per ultimi”.
Il fattore chiamò dunque quelli che erano venuti alle cinque di sera e diede una moneta d'argento a ciascuno. Gli uomini che avevano cominciato per primi credevano di prendere di più. Invece, anch'essi ricevettero una moneta d'argento ciascuno.
Allora cominciarono a brontolare contro il padrone. Dicevano: “Questi sono venuti per ultimi, hanno lavorato soltanto un'ora, e tu li hai pagati come noi che abbiamo faticato tutto il giorno sotto il sole”.
Rispondendo a uno di loro, il padrone disse: “Amico, io non ti ho imbrogliato: l'accordo era che ti avrei pagato una moneta d'argento, o no? Allora prendi la tua paga e sta' zitto. Io voglio dare a questo, che è venuto per ultimo, quel che ho dato a te. Non posso fare quel che voglio con i miei soldi? O forse sei invidioso perché io sono generoso?”.
Poi il suo consulente, Gesù, disse: “Così, quelli che sono gli ultimi saranno i primi, e quelli che sono i primi saranno gli ultimi”.
Tra loro era presente una donna, che ascoltati prima il padrone della vigna e poi il consulente, venne avanti nella folla rumoreggiante. Giunta al loro cospetto alzò il braccio destro e puntandogli contro l’indice esclamò: ”questo non è giusto! E non è giusta questa paga!”
Gesù fece un passo verso di lei, la folla si ammutolì, e le chiese: ”chi sei tu, donna? Perché tu dici che non è giusto? E perché mai non sarebbe giusta la paga che questi uomini ricevono, visto che una parte di essa può esser messa da parte per la vecchiaia”?
E la donna: “Mi chiamo Susanna, e dico che questo non è giusto perché è discriminante, viola i diritti di eguaglianza tra i lavoratori che pretendono un egual trattamento, invece così chi ha lavorato dalla mattina è chiaro che ha lavorato molte ore senza alcuna tutela”.
E Gesù: “non è uguaglianza essere una volta primi, la successiva ultimi e ricevere comunque la stessa paga? Si fa una volta l’uno una volta l’altro, a rotazione”.
“No! Non è uguaglianza!” obiettò decisa Susanna
“E perché mai?” ribattè il proprietario della vigna. “Mò vuoi fa arrabbià a Matteo?”
Susanna allora iniziò a camminare pensosa, il mento sorretto dalla mano destra, il ciuffo biondo che ad ogni passo le rimbalzava sulla fronte per il troppo sego che lo sorreggeva compatto (Ah… come avrebbe voluto accendersi anche una sigaretta…!). Nel silenzio generale iniziò a spiegare ragionando a voce alta: “si tratta di una torbida situazione di scambio di ruoli, di alternanza precombinata tra i primi e gli ultimi. E i penultimi? Ai penultimi, chi ci pensa? Che possibilità hanno di poter diventare ultimi e, quindi, primi? Nessuna. E i secondi? Anche loro vengono tagliati fuori dalle postazioni a rotazione. C’è bisogno di intervenire perché le graduatorie siano fatte scorrere con regolarità, senza imbrogli. Questo non è un concorso alla regione dove solo gli ultimi della graduatoria provvisoria diventano primi in quella finale, mentre i primi diventano ultimi e basta. E lì… non ci sono Santi! …Del resto, se così non fosse, perché tutte quelle lettere di San Paolo ai “romani” sono rimaste senza risposta? Io pretendo che questo voucher di una moneta d’argento venga abolito, altrimenti chiamerò il popolo in piazza e i filari di vite andranno in malora perché nessuno accoglierà la proposta del padrone”.
Gesù allora, pensoso, prese da parte il padrone della vigna e si allontanarono confabulando sottobraccio. Entrarono in un capanno. Dopo qualche minuto la folla vide una colomba bianca involarsi verso l’orizzonte dopo essere uscita da una feritoia.
Trascorsero molti giorni e molte notti, e mentre Susanna e tutti gli uomini aspettavano che Gesù e il padrone della vigna uscissero per dar loro una risposta, ecco che all’orizzonte apparve la colomba bianca che volava verso di loro. Al vociare della piazza Gesù e il padrone della vigna uscirono e attesero che la colomba, sfinita, si posasse sul palmo della mano del Messia: lui le sciolse dalla zampa un pizzino legato con un nastro.
Lo srotolò, gli diede un breve sguardo e, rivolto verso la folla esclamò: “Matteo ti ha dato ragione, Susanna: Lavoratori! …da questo momento tutti a nero!”
E Susanna: “Digli che per ringraziarlo da oggi anche io lo seguirò”.
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