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30.12.2025 - 16:10
Roberto Cifarelli
A volte anche i più strenui critici sono costretti a fermarsi, guardare la realtà e dire: “Sì, questa cosa funziona”. Per Roberto Cifarelli, consigliere regionale del Pd, già candidato sindaco a Matera e fino a ieri fustigatore instancabile della sanità lucana – soprattutto quella materana – quel momento si chiama robot HUGO. L’arrivo della moderna piattaforma robotica all’ospedale Madonna delle Grazie di Matera diventa improvvisamente una “notizia positiva”, un investimento che “guarda al futuro”, che migliora qualità, sicurezza e tempi degli interventi e riduce persino la migrazione sanitaria. Insomma, tutto quello che fino a poco tempo fa sembrava impossibile in una sanità descritta come allo sbando e politicamente nelle arringhe dell’esponente dem. Eppure, davanti ad un risultato concreto, Cifarelli applaude. Applaude l’ASM, la Direzione generale, i tecnici, i sanitari, i governi nazionali passati, il PNRR, Conte, Gentiloni, Speranza. Applaude praticamente chiunque abbia incrociato le parole "sanità" e "PNRR" negli ultimi anni. Tutti, tranne ad esempio l'ex ministro con delega alle politiche di coesione e Pnrr e attuale commissario europeo Raffaele Fitto o l’assessore regionale alla Salute, Cosimo Latronico, figuriamoci il governatore Vito Bardi. Un’assenza che non è casuale, ma politicamente molto eloquente. Perché se è vero che l’investimento nasce dal PNRR, è altrettanto vero che la sua attuazione è stata portata avanti dal governo Meloni (con FdI partito più votato alle elezioni europee del 2024) che proprio nelle scorse ore ha incassato dalla Commissione europea l’ottava rata del Pnrr, pari a 12,8 miliardi di euro, a seguito della valutazione positiva del 1° dicembre scorso sul raggiungimento di 32 obiettivi e avviene, oggi, nel perimetro di una sanità regionale governata dal centrodestra, con un governo nazionale - per l'appunto - di centrodestra. Far finta che i protagonisti odierni non esistano sembra più un dispetto politico che un atto di maturità istituzionale. Colpisce, soprattutto, il cambio di tono. Sembrano lontane anni luce le invettive contro la sanità lucana, le accuse di immobilismo, le requisitorie contro l'ASM e contro Latronico. Oggi, invece, la sanità lucana cresce, innova, guarda al futuro e diventa persino un “patrimonio di tutti”. Certo, non manca la postilla critica: il Piano sanitario regionale che non c’è, il timore del dopo-PNRR, l’invito alla coerenza. Osservazioni legittime, per carità. Ma inserite dopo una specie di standing ovation suonano più come una clausola di salvaguardia politica: applaudiamo, sì, però senza dare l’impressione di aver cambiato idea. Più che un’innovazione tecnologica, HUGO si è rivelato uno specchio impietoso: quello dei cortocircuiti narrativi del Pd.
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