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Galella – Merra, tra Tar e Consiglio di Stato: la vicenda giudiziaria e i contraccolpi politici

Al di là degli esiti giudiziari tra Galella e Merra, Fratelli d’Italia ne esce indebolita sul piano dell’immagine e della percezione pubblica, per una controversia interna che poteva e doveva essere affrontata e risolta nelle sedi politiche del partito. Il ricorso prolungato agli strumenti legali, anziché al confronto interno e alla mediazione politica, ha finito per esporre il partito ad una narrazione conflittuale e divisiva

Galella – Merra, tra Tar e Consiglio di Stato: la vicenda giudiziaria e i contraccolpi politici

“Facciamo un po’ di chiarezza, come piace a me, contro chi invece ama fare chiacchiere fantasiose”. Con queste parole il consigliere regionale di Fratelli d’Italia e coordinatore cittadino di Potenza, Alessandro Galella, è intervenuto pubblicamente sulla vicenda dei ricorsi elettorali che lo hanno riguardato, affidando ad un lungo post su Facebook la ricostruzione degli ultimi sviluppi giudiziari in casa meloniana per un posto tra i banchi del parlamentino di Via Verrastro. Da un lato l'ex assessore regionale Donatella Merra e dall'altro Alessandro Galella che ribadisce innanzitutto un punto fermo: i gradi di giudizio per i ricorsi elettorali sono soltanto due, Tar e Consiglio di Stato. In entrambi i casi, sottolinea, l’esito è stato chiaro: in primo grado il Tar ha confermato Galella come consigliere regionale, così come ha fatto il Consiglio di Stato in secondo grado. Nel frattempo, aggiunge il consigliere regionale, una testimone indicata nel ricorso presentato da Donatella Merra è stata rinviata a giudizio penale per falsa testimonianza, elemento che – secondo Galella – rafforza la solidità delle decisioni assunte dalla magistratura amministrativa. Successivamente, prosegue Galella, Merra, tramite i propri legali, ha chiesto a un altro giudice del Consiglio di Stato la ricusazione della sentenza del collega, sostenendo che non fosse stata disposta la verifica su un’ulteriore testimonianza: quella di un rappresentante di lista di Fratelli d’Italia nella sezione 17 di Melfi. Il testimone avrebbe dichiarato che un voto, descritto nei minimi particolari come valido e recante una croce sul simbolo di Fratelli d’Italia, i nomi Merra e Castaldi e ulteriori croci sui partiti della coalizione di centrodestra, sarebbe stato annullato ingiustamente dal presidente di seggio, senza però che fosse presentata contestazione. A fronte di questa dichiarazione, il giudice del Consiglio di Stato ha disposto una verifica documentale limitata e circoscritta, chiedendo al Prefetto di Potenza di accertare se tra le schede nulle della sezione 17 di Melfi esistesse effettivamente il voto così come descritto dal testimone. Dalle verifiche effettuate in Prefettura, spiega Galella, tra le 27 schede nulle della sezione non è stato rinvenuto alcun voto corrispondente a quella descrizione. Secondo i legali di Merra, esisterebbe invece un voto “assimilabile”, ma per Galella la scheda indicata sarebbe “completamente e profondamente diversa” rispetto alla testimonianza prodotta. Il consigliere regionale conclude chiarendo che la scheda richiamata sarebbe comunque “totalmente e palesemente nulla”, in quanto reca croci su differenti coalizioni, circostanza che – come indicato anche nella guida consegnata dalla Corte d’Appello ai presidenti di seggio – rende il voto non attribuibile né a candidati, né a partiti, né a presidenti di Regione. Infine, Galella precisa che la richiesta di ricusazione riguarda esclusivamente una verifica documentale e non una nuova istruttoria, ribadendo che i due gradi di giudizio previsti per i ricorsi elettorali risultano già conclusi. Quando il confronto interno viene demandato agli avvocati anziché alla politica, il rischio è quello di indebolire l’intero progetto, esponendolo a logiche conflittuali che nulla hanno a che fare con il governo dei territori. Una lezione che va oltre i singoli protagonisti e che interroga il partito sulla capacità di gestire il dissenso, ricomporre le divisioni e restituire centralità alla politica.

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