IL MATTINO
matera
10.12.2025 - 17:01
Che luna strana questa sera, ci prende tutti per la mano. Struggente e speranzosa, la melodia di un’inedita cometa, apparsa sul sagrato della chiesa di San Pietro Caveoso per accendere la quindicesima edizione del Presepe vivente di Matera ai suoi primi visitatori, parla di Dialogo e di Pace. E sceglie i suoi protagonisti per rinnovare la storia della famiglia più eterna e immortale della Terra: tra contraddizioni e paure, tra timori e fragilità. Quelle di qualsiasi essere umano. Ricalcando le parole dell’arcivescovo di Matera Monsignor Ambarus intervenuto alla prima rappresentazione presepiale, “Vedere con gli occhi della carne la passione di Dio per l’uomo mi richiama in maniera forte che oggi è ancora Natale nelle persone disperate, nei poveri e negli stranieri senza casa”.
-1765382449257.jpeg)

È umano il soldato che rinnega gli orrori della guerra, mentre rimpiange la tenerezza del bambino che non ha dimenticato e che è costretto ad ammazzare ogni giorno senza motivo. È umano lo scriba, pervaso dalla quotidiana gestione della sua autorità, seppure soffocato da un cielo molto più potente che tenta di sfidare ricordandolo ai passanti. È umana la zingara, come è umana la pazzia della sua verità salvatrice. È umano il giovane Giuseppe, diviso tra le angosce della paternità alle quali solo la paternità può rispondere. È umano anche il sommo sacerdote, impegnato a rinnegare la luce e a cercarla nella sua misurata disperazione. È umano il magio che, con i suoi compagni di pellegrinaggio, rivendica le avversità del cammino con la presenza, come i soldati in trincea, come i ligi funzionari, come i padri inesperti. E come le giovani madri animose. Maria ed Elisabetta. Due donne, due madri, due amiche, due sorelle, unite oltre e nonostante la paura di ciò che sarà ed avverrà. È umana la natività, dove un uomo e una donna si interrogano sull’amore senza condizioni, sull’impegno della genitorialità, sulla pazienza e la ragione. Ad attori professionisti della compagnia Lo Stormo, alcuni dei quali anche autori dei testi, è affidata l’interpretazione dei sette quadri teatrali, diretti da Michela Nicolai, abruzzese nonchè lucana per “amore”. Frutto di un attento lavoro di condivisione, il presepe vivente dello Stormo ha voluto restituire la storia della famiglia di Nazareth attraverso lo sguardo dei giovani protagonisti, non ancora trentenni, ma già profondamente segnati da una delle epoche più drammatiche e disumane. La luna è sempre stata testimone di grandi eventi, ma anche di autrice di singolari accadimenti come prenderci tutti per la mano…e Pace sia! Il Presepe vivente vi aspetta tutti i sabati e domeniche del mese di dicembre e il primo fine settimana di gennaio 2026.
-1765382466403.jpeg)
edizione digitale
Il Mattino di foggia