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25.11.2025 - 15:28
Mons. Ciro Fanelli
"Un disagio che è ormai diventato insostenibile: un terremoto sociale": sono le parole - contenute in una nota - espresse dal vescovo di Melfi, monsignor Ciro Fanelli, che ieri ha incontrato i lavoratori della Pmc e della Tiberina, due aziende in crisi dell'indotto Stellantis, da giorni in sit-in permanente. Nel comunicato è sottolineato che "la precarietà cresce, la paura di perdere il lavoro si fa più concreta e le conseguenze sociali ed economiche investirebbero non solo la Basilicata, ma l'intero Mezzogiorno d'Italia. Monsignor Fanelli ha scelto di rivolgersi alla comunità in un momento che ha definito senza esitazione un terremoto sociale, non sono le case a crollare, ma le persone: affetti, famiglie, storie di dignità ferita. È un dolore che attraversa il territorio e che non può lasciare inerti o indifferenti". "Sono - ha sottolineato monsignor Fanelli - con i lavoratori e per i lavoratori: non vi è altro interesse che il bene delle persone. Oggi la cosa più urgente è prendere consapevolezza di ciò che sta accadendo, lasciare che la realtà parli con le sue parole, riconoscere ciò che accade senza ambiguità, perché è da una verità condivisa che nasce la capacità di affrontare il problema come comunità". Il vescovo di Melfi "ha richiamato con forza" il fatto "che non compete alla Chiesa individuare soluzioni tecniche a questioni che nel tempo sono divenute complesse e radicate; è indispensabile - è scritto nel comunicato - un impegno unitario, concreto e realmente condiviso, capace di rimettere al centro la dignità delle persone e di aprire prospettive di futuro per i territori colpiti. Solo un'azione corale, ha sottolineato, può interrompere il circolo dell'incertezza e restituire fiducia a comunità già provate da anni di fragilità". Per il vescovo, "è indispensabile che sindacati, istituzioni e rappresentanze territoriali trovino una convergenza autentica, capace di andare oltre le dichiarazioni di principio e di tradursi in impegni concreti e condivisi. Solo un passo corale che unisca tutte le energie del territorio può offrire ai lavoratori quella stabilità e quelle garanzie che oggi mancano, e disinnescare una vera e propria bomba sociale che si addensa all'orizzonte", ha concluso monsignor Fanelli.
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