IL MATTINO
Intervista
25.11.2025 - 12:25
Angela Blasi si occupa di donne e di politica da sempre, e per questo è una figura di spicco e di riferimento in Basilicata, e non solo. La ragione? È equilibrata, preparata e conosce la realtà in cui opera. La politica è per lei una passione e un impegno civile e sociale, che coltiva da bambina. Già Presidente della Commissione Pari Opportunità della Regione Basilicata, a partire dal 2014, attualmente è impegnata a Potenza come Consigliera Comunale. Parlare con lei del 25 Novembre, per fare il punto della situazione su quella che è la condizione delle donne è stato consequenziale. Una chiacchierata rapida e appassionata, come è nel suo stile.
A che punto siamo con la "questione femminile"?
«Non ci sono ancora le condizioni per una società equa, una società con opportunità e responsabilità equilibrate tra donne e uomini in tutti i campi.
La posizione al vertice di alcune donne dovrebbe essere una volano sociale per raggiungere mutamenti significativi e scelte libere, non lo è.»
Eppure la consapevolezza sia nelle donne, sia nelle Istituzioni sembra essere aumentata, mi sbaglio?
«È solo un fattore epidermico. È si aumentata la consapevolezza delle donne, ma non decolla il riconoscimento politico di un problema umano: la violenza contro le donne.
Da cosa nasce questa discrepanza?
«Nella mia piccola esperienza di vita, di impegno politico e femminista ho conosciuto ed ammirato donne con un potere unico e cioè quello di effettuare cambiamenti per tutte. Perchè ogni volta che una donna si alza per se stessa, si alza per tutte.
Un potere che assomiglia più ad un verbo che ad un sostantivo.»
C’è un però, mi parli di singole donne, come mai?
«Si perché è ancora difficile compattare l'intera società civile, che poggia sulle capacità di adattamento delle singole donne. Serve fare un passaggio ulteriore: non dobbiamo rimanere inermi, dobbiamo provare a cambiare chi non ci rispetta, insieme, e in qualsivoglia contesto, che ancora non ci riconosca come “cittadine”.
Avremo anche avuto il diritto di andare a votare ma la nostra voce come “cittadine” è ancora flebile.
Dobbiamo disubbidire agli schemi patriarcali e pretendere di ridisegnare anche le leggi che, ahimè, sono state scritte per gli uomini. Un lavoro incredibile iniziate dalle madri costituenti, che pretende un'attenzione e una continuazione.»
Stai correndo al galoppo, sei infervorata, ma è giusto allargare lo sguardo. Ti va di continuare così?
«Parto da lontano lo so ma è necessario non dimenticare ciò che si ottenuto e come. Dovremmo impegnarci seriamente, senza spot, per liberare il mondo da una violenza che ci colpisce, senza distinzioni di genere »
Cosa manca nelle agende politiche per ribaltare questa situazione?
«Il contrasto alla violenza contro le donne. Ce ne ricordiamo quando le donne muoiono, quando restano sole, quando la loro libertà è prevaricata da tempo, nel silenzio assurdo di chi le circonda.
La violenza non nasce per caso. Una donna non muore per mano di un uomo per caso.
Tutte e tutti perdiamo un pezzo di libertà quando una donna muore, uccisa.»
Che senso ha il 25 Novembre per te?
«Abbiamo il dovere di celebrare il 25 novembre e il dovere di trasformare quei numeri spaventosi di donne uccise in esclamazioni forti (Mai più!) e in azioni concrete.
È necessario trasformare lo spazio politico, cambiare parametri, linguaggio, riconoscere il valore della differenza e dell'autodeterminazione delle donne.
Evidentemente senza sottostare alle regole maschili.»
Come sei approdata alla politica e a una scelta ben consapevole per l'emancipazione delle donne?
«Gli studi umanistici mi hanno messa dinanzi a personaggi come Antigone e mi hanno convinta ad essere una femminista.
La frequentazione di un oratorio salesiano mi ha messa davanti alla necessità del riconoscimento dell'altra/o oltre me stessa, e l'esperienza politica nella mia Basilicata mi ha insegnato a resistere.
Resistere per tutte e per se stesse con coraggio e con determinazione.
Coraggio che si manifesta nella lotta per la giustizia sociale, per la pace, sempre con autenticità.
Siamo in un periodo storico complicato, che rischia di mettere nell'angolo diritti fondamentali e noi donne ci sentiamo responsabili di una lotta necessaria per difenderli. Lo dicono le piazze e lo dice la storia.»
Cosa ci racconti della tua attuale esperienza politica come consigliera comunale, al Comune di Potenza?
L'esperienza al Comune di Potenza è molto significativa, mi ha ulteriormente messo in contatto con la realtà. Parlare con le persone, confrontarsi, sono momenti importanti. Da piccola seguivo mio padre, assistevo a congressi, incontri politici. Ammirata mi chiedevo a cosa servissero, ero stupita dal fatto che tante persone discutessero così animatamente.
Da grande l'ho compreso: tutto questo accadeva per l'amore per la propria terra e per la politica.
Sentire il peso e l'onore della fiducia di chi ti ha votato è una dinamica pazzesca.
Ho vissuto in maniera molto forte gli anni all'opposizione, mi sono messa in gioco e ho approfondito ogni singola questione.
Oggi, in maggioranza, il senso di appartenenza ad una comunità, il pensiero critico, l'amore per una città che sento mia, mi rendono ancora più consapevole del notevole cambiamento che meritiamo.
La Basilicata è la mia terra e merita di più. Ho imparato a conoscerla nel tempo e voglio continuare questo percorso di conoscenza. Donne e uomini di questa terra meritano rispetto, condivisione d'intenti non prevaricazione.
Per questo non mi fermo. C'è ancora tanta strada da fare e ci sono tante persone da ascoltare».
Cosa ne pensi della legge che modifica il delitto di violenza sessuale?
«La legge che modifica il delitto di violenza sessuale, introducendo la nozione di “consenso libero e attuale” ad atti sessuali, in linea con le prescrizioni della Convenzione di Istanbul, è un passaggio fondamentale La vittima, infatti, non deve giustificare il suo dissenso. Perché la violenza sessuale non è più solo un atto di costrizione fisica ma si introduce il concetto che “solo un sì è un sì”, senza zone d' interpretazione. Il punto è: noi crediamo alle donne?».
Vuoi aggiungere altro?
«Nella vita ho sempre cercato di stare dalla parte giusta ed in quella parte ho sempre visto donne. Ne ho ammirate tante ed ho sognato di essere come loro. Tutte diverse e tutte legate a momenti della mia vita. Dalla Samantha di “Vita da strega”, a “Wonder woman”, a “Occhi di gatto”, alla “Stella della Senna”, per poi arrivare a Emily Bronte e a madre Teresa.
Ho scoperto alle elementari le madri costituenti ( tra le quali tante con il mio nome), e ho avuto le nonne e una mamma dal piglio straordinari, e allora il mondo mi è sembrato nostro. Ma non “nostro” in senso possessivo ma femminile. Adatto a donne e a uomini. Ho trovato e scelto lo spazio dove impegnarmi e ho pensato di potere fare politica ribadendo con orgoglio il mio essere donna in un mondo democratico. Il 25 novembre, puntualmente mi scoraggio per i numeri impietosi, ma mi accorgo di quante donne e di quanti uomini si impegnano per cambiare le cose e continuo per questo a combattere e a non sentirmi sola».
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