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19.11.2025 - 13:09
Avrebbero evitato di rendere nota la contaminazione dell’area dell’Itrec, l’ex centro nucleare della Trisaia di Rotondella, nonostante – secondo l’accusa – ne fossero a conoscenza dal 2014. L’obiettivo, per i magistrati, sarebbe stato quello di eludere i costi delle operazioni di messa in sicurezza e di evitare danni d’immagine alla Sogin, l’azienda responsabile del sito. Un comportamento che, secondo la Procura, avrebbe aggravato lo stato di inquinamento dell’area. Si va dunque a processo per disastro ambientale, l’ipotesi di reato contestata nell’ambito della gestione della bonifica dell’Itrec di Rotondella. Restano invece prescritti i capi d’imputazione relativi al traffico illecito di rifiuti e all’inquinamento, mentre il numero degli imputati si riduce da 13 a 6, oltre alla stessa Sogin. Lo ha stabilito il Gip di Potenza, Salvatore Pignata, che ha fissato la prima udienza per il 19 febbraio davanti al Tribunale di Matera. Tra gli imputati figurano l’ex direttore del centro, Giulio Maria Citterio, e l’ex responsabile della gestione dell’impianto per conto dell’Enea, Giambattista La Battaglia, oltre a Vincenzo Stigliano, rappresentante legale dell’Itrec nell’epoca dei fatti contestati. Secondo gli inquirenti, la mancata comunicazione tempestiva della presenza di sostanze contaminanti avrebbe avuto un impatto diretto sul peggioramento dello stato ambientale dell’area, già da anni oggetto di complesse operazioni di bonifica. Il procedimento mira a far luce sulla gestione del sito e sulle eventuali responsabilità che avrebbero inciso sulla sicurezza ambientale e sulla tutela della salute pubblica. In attesa dell’avvio del dibattimento, il caso dell’Itrec torna dunque al centro dell’attenzione pubblica e istituzionale, riaccendendo il dibattito sulla gestione delle aree sensibili e sulla trasparenza nelle operazioni di dismissione e bonifica degli impianti nucleari in Italia.
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