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la lettera

Potenza, il dibattito politico si perde nella piscina dei sogni mentre la città affonda

Riceviamo e pubblichiamo la lettera di una cittadina esasperata dalla distanza tra politica e realtà quotidiana

«Si è arrampicato al balcone», Potenza sprofonda nella paura: l'ennesimo episodio accende il tema della sicurezza

Gentile Redazione,

scrivo perché, da cittadina di Potenza, mi sento presa in giro. Lo dico con chiarezza e senza giri di parole: a moltissimi di noi della piscina olimpionica da 50, 55 o 100 metri – da costruire a Macchia Giocoli, a Via Appia, a Lavangone o dove capita – non importa assolutamente nulla. Non perché siamo “contro lo sport”. Non perché non riconosciamo l’utilità sociale di strutture moderne. Ma perché viviamo in una città che non riesce a garantire neppure le basi. E allora la domanda sorge spontanea: ha senso costruire una struttura mastodontica, energivora e costosa in una terra che sta affrontando la più grave crisi idrica degli ultimi decenni? Acqua che manca nelle case, turnazioni, invasi ai minimi. E noi dovremmo applaudire un progetto che richiede quantità enormi di acqua ed energia? Ma davvero? E ancora: il Comune da solo o con il sostegno di qualche privato avrebbe la forza economica per gestire un impianto del genere? Il rischio è quello di una cattedrale nel deserto o di un film già visto con le costosissime scale mobili. Parliamoci chiaro: questa piscina interessa una fetta ristretta di cittadini, un gruppo ristretto di addetti ai lavori. La stragrande maggioranza delle persone, invece, chiede cose semplici: strade percorribili, marciapiedi sicuri, più sicurezza nei nostri quartieri che sembrano terra di nessuno tra spaccio, furti, risse e bivacco. Manutenzione ordinaria in caso di forti piogge per evitare allagamenti come successo lo scorso agosto. Non è fantascienza e non è affatto normale che il dibattito politico tra Comune e Regione si sia polarizzato su questo, mentre i problemi veri restano sotto il tappeto. Prima di inseguire i grandi progetti da vetrina, forse sarebbe il caso di ricordare che esiste una città reale, con numerose criticità. E che una piscina olimpionica, in questo momento, non rappresenta né una priorità né una risposta.

Con amarezza e molta rabbia, una cittadina stanca.

Lettera firmata

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