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Analisi

Scorie e silenzi: la Basilicata tra rischio e disattenzione

Nucleare: 17 anni dopo Scanzano, «problema scorie irrisolto». Nel 2003 la protesta di 14 giorni contro il sito unico nazionale

Nei giorni scorsi l’associazione NoScorie Trisaia ha diffuso, a mezzo stampa, un nuovo allarme in merito alla possibilità che la Basilicata possa rientrare tra le aree individuate per ospitare il Deposito nazionale dei rifiuti radioattivi.
Secondo quanto riportato, tra i territori potenzialmente idonei individuati nella Carta Nazionale delle Aree Idonee (CNAI) figurerebbero 15 siti tra Basilicata e Puglia, con particolare concentrazione nella fascia jonico-metapontina, nel materano e nell’area bradanica. Un’eventualità che, se confermata, meriterebbe la massima attenzione da parte delle istituzioni e della cittadinanza. Negli ultimi anni, la Basilicata sembra richiamare l’interesse nazionale più per questioni critiche che per progetti di sviluppo. La crisi idrica, in concomitanza con l’avvio di Acque del Sud S.p.A., il voto favorevole alla delega sul “nucleare sostenibile” approvata in Parlamento senza un preventivo confronto in Consiglio regionale, e la mancanza di prese di posizione ufficiali sulle condizioni ambientali e di sicurezza dell’impianto ITREC di Rotondella, rappresentano elementi che alimentano interrogativi legittimi. A ciò si aggiunge l’assenza, finora, di un dibattito pubblico qualificato sulla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS) avviata dal Ministero dell’Ambiente a fine 2024. Su temi di tale portata, che riguardano la sicurezza ambientale e il futuro dei territori, sarebbe auspicabile una partecipazione più ampia e consapevole, fondata su informazioni chiare, trasparenti e verificabili. Più che allarmismi, servono oggi responsabilità informativa e dibattito pubblico reale, affinché le scelte che incideranno sul destino della Basilicata siano discusse alla luce del sole, nel pieno rispetto dei cittadini e del territorio.

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