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Favole lucane e altre illusioni a basso voltaggio

Favole lucane e altre illusioni a basso voltaggio

C’era una volta Angelo Chiorazzo, l’imprenditore illuminato, il candidato presidente in pectore del campo largo lucano pronto a guidare la Basilicata verso “una storia nuova”. Poi, come spesso accade da queste parti, la storia si è ripetuta: il prescelto devoto è stato messo da parte, la carrozza si è fatta zucca, al ballo è andato Marrese e al brindisi hanno partecipato le truppe del generale Bardi. E' questo, forse, lo psicodramma democratico di un ex predestinato rimasto schiacciato tra le liturgie del potere e i veti incrociati di chi, nel centrosinistra, ancora muove le fila con la grazia di un vecchio direttore d'orchestra. Tuttavia l’enfant prodige del terzo settore continua a guardarsi attorno, evocando complotti, fango mediatico e regie occulte. Il tono è quello dell’uomo ferito ma non arreso. Tutto legittimo, ma prima di parlare di oscurità, forse, sarebbe utile ritrovare un po’ di luce propria. Perché da qualche tempo tra i banchi dell'opposizione quella sembra spenta o quantomeno intermittente. E poi c’è Basilicata Casa Comune, o meglio quel che resta. Alle regionali del 2024 la lista sfilava orgogliosa con un 16,42% nella Città dei Sassi. Dodici mesi dopo, alle comunali, il tonfo verticale ha sfiorato un malinconico 4,2%. Diciamolo: il brand evangelico funziona ancora contro le fiamme dell’inferno, ma non come passaporto per il Parlamento.

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