IL MATTINO
la storia
06.11.2025 - 16:54
"In tutti gli anni in cui sono stato il suo chitarrista, Pino è sempre stato una persona nobile, gentile e geniale, oltre che diretta e mai falsa. Buon compleanno, da chi nel bene e nel male ti ha sempre rispettato e stimato". Così all'ANSA Graziano Accinni, musicista di Moliterno (Potenza) e storico chitarrista di Giuseppe Mango - per tutti Pino -, il quale oggi avrebbe compiuto 72 anni. Il lucano è morto per un infarto l'8 dicembre 2014, a 60 anni, mentre si esibiva sul palco durante un concerto a Policoro (Matera). Accinni ha conosciuto il celebre artista all'età di 18 anni. "Dopo un suo concerto, fui presentato a lui da un mio amico d'infanzia: eravamo in un paesino della Basilicata e, allora, nel 1980, non era una regione molto conosciuta come lo è oggi. Era quindi molto difficile avere successo a livello nazionale. Pino mi diede l'opportunità di fare un provino, perché con il fratello Armando aveva intenzione di creare un gruppo tutto lucano. Dopo una settimana dall'incontro, mi recai a Lagonegro (Potenza) per il fatidico provino, che andò in porto: mi prese sotto la sua ala e iniziai con lui una lunga gavetta, finché, qualche anno dopo, i 'Mango' arrivarono al successo e mi tirarono di nuovo dentro la loro storia". Accinni è ancora molto legato all'uomo che Pino Mango ha rappresentato nella sua vita: "Pino abitava con la mamma nella loro casa paterna - prosegue - ed era una persona di una pulizia umana e intellettuale straordinaria: elegante nei modi, onesto e gentile con tutti. Mi fece sentire come un fratello all'interno della sua vita. Era gratificante lavorare per lui: geniale e originale nel suo mondo musicale. Mogol se ne accorse e iniziò a produrlo". A distanza di tempo sono tanti i ricordi custoditi. "Ricordo, intorno al 1983, la sua ricerca costante sulla vocalità, sugli arrangiamenti e sulle sonorità elettroniche - precisa - che poi mise in campo nei primi lavori con Mogol: Oro, che nel provino si chiamava Mama Voodoo, e poi l'album Australia". Un artista, Pino Mango, nato da un piccolo centro, ma che è arrivato nel cuore di tutti con il suo inconfondibile stile. "Armato di un registratore Tascam, un piano Yamaha e un Polysix della Korg, Pino costruì il suo genere - continua -, capace di fondere sonorità new wave e mediterranee in un mix sensazionale di cultura musicale. Da una regione quasi sconosciuta nacque uno dei progetti stilisticamente più originali d'Italia". Infine, Accinni racconta come Pino Mango fosse un professionista completo, concentrato nella cura di tutti i dettagli, compresi quelli legati all'immagine. "C'era anche un lato estetico molto curato, creato da lui stesso - conclude -: alcuni outfit di Australia furono ideati e cuciti da Pino e si possono vedere anche in alcuni servizi fotografici con Loredana Bertè. Io stesso l'ho visto cucirsi addosso quegli abiti, prima di affidarsi poi allo stilista Yamamoto (basta guardare la copertina di Oro)".
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