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Teatro: «Sei Mia!» o della complicata vita delle donne

Teatro: «Sei Mia!» o della complicata vita delle donne

Sabato, 8 novembre, alle ore 21.00, la Sala Sole, ospiterà "Sei Mia!" spettacolo tragicomico, scritto, diretto e interpretato da Silvia Priori, autrice e regista teatrale, fondatrice e direttrice artistica del "Teatro Blu" di Cadegliano Viconago, in provincia di Varese. La Priori è protagonista di una lunga attività internazionale che intreccia teatro, danza e musica, con spettacoli dedicati in particolare all’universo femminile quali: "Butterfly", "Carmen", "Giselle".
L' attrice/ autrice porta a Napoli un suo personalissimo personaggio, nato da uno studio fatto sui testi di Dario Fo e di Franca Rame, in uno spettacolo che alterna momenti di irresistibile comicità a passaggi di intensa riflessione.
Sullo sfondo le videoproiezioni di Maha Lorenz. La storia è quella di Roberta, una donna sposata, madre di due figli, costretta in casa dal marito, che confida alla vicina, appena conosciuta, la sua vita piena di contraddizioni, di desideri e di sogni irrealizzati. Tra le richieste pressanti del cognato, le avances di un maniaco telefonico, gli sguardi di un voyeur e l’insistenza di un giovane amante, “Sei Mia!” disegna un vortice di emozioni, che alterna a ironia e ad amarezza, leggerezza e profondità. La pièce è un omaggio alla bellezza, alla forza e alla resilienza delle donne, un viaggio nel mistero dell’universo femminile e nella continua ricerca di libertà e di riconoscimento.
Perché questo spettacolo è importante?
Perché la violenza sulle donne è uno degli argomenti di cronaca più ricorrenti e perché l'indipendenza femminile è vista ancora come una minaccia.
Per narrare tutto questo l'autrice ha introiettato e rielaborato il famoso monologo della Rame e di Fo, e che porta lo stesso titolo del suo lavoro. Un omaggio al testo dei due attori, che è importante ricordare con una breve scheda.

"Sei Mia!" quello di Rame - Fo 

“Sei Mia!” è un monologo teatrale scritto e interpretato da Franca Rame, con la collaborazione di Dario Fo, che fa parte del più ampio progetto di teatro politico e di denuncia sociale che la coppia ha portato avanti per decenni.
Il testo risale agli anni Settanta, un periodo in cui la Rame e Fo si impegnavano, fortemente, nel teatro di controinformazione, ovvero quello portato nei circoli, nelle fabbriche, nelle piazze, con l’obiettivo di dare voce ai più deboli e per potere affrontare tematiche sociali spesso ignorate o censurate.
"Sei mia!" nasce dall’urgenza di denunciare la violenza di genere e la cultura maschilista che la alimenta.

La storia personale di Franca Rame 

Il monologo ha un fortissimo legame con la vicenda personale di Franca Rame. Nel 1973, l’attrice fu rapita e violentata, come ritorsione per il suo impegno politico e teatrale.
Anni dopo, con grande coraggio, decise di trasformare quel trauma in arte e in denuncia, portando in scena la violenza subita non solo come esperienza personale, ma come simbolo universale della condizione femminile.
L'attrice narra l’aggressione di cui fu vittima con una lucidità che sconvolge. Il linguaggio alterna toni ironici, amari e tragici, mostrando la brutalità dell’atto e, soprattutto, il peso psicologico e sociale che la vittima deve subire.
Il titolo, "Sei mia!", è preso "in prestito" dalle parole del violentatore, che rappresentano il simbolo del possesso maschile e della pretesa di dominio sul corpo femminile.
Ma la Rame non si limita alla cronaca dello stupro.
Attraverso la narrazione, smaschera la colpevolizzazione della vittima, l’ipocrisia della società e del sistema patriarcale, che trasforma la violenza in “colpa” della donna.

Temi principali del monologo 

Il monologo si sviluppa su più livelli che sono quelli ricorrenti in queste situazioni ovvero: la violenza di genere e il patriarcato; la doppia vittimizzazione (fisica e sociale) della persona oggetto di stupro; l'ipocrisia della giustizia e dei media; la capacità tutta femminile di resistere e di rinascere; la consapevolezza di come il corpo delle donne, ma di qualsiasi essere umano, sia luogo politico.
La Rame trasforma il corpo femminile, non più oggetto di desiderio o di possesso, in simbolo della violenza sistemica che la società esercita sulle donne. Lo stupro non è presentato come un atto di passione o di devianza, ma come un atto di potere, una forma estrema di dominio patriarcale.
Uno dei passaggi più forti è quello che segue la violenza, il momento in cui la protagonista sente su di sé il giudizio sociale.
La Rame denuncia con lucidità come la società, invece di proteggere la vittima, la colpevolizzi (“come era vestita?”, “perché era da sola?”, “se l’è cercata”).
Questo meccanismo di colpa e vergogna amplifica il trauma.
Il silenzio, quello della vittima, delle istituzioni, dei media, diventa nel testo una seconda forma di violenza. Lei infrange quel silenzio portando la violenza sul palcoscenico, trasformando l’esperienza privata in atto pubblico di denuncia.
Pur trattando un tema durissimo, la Rame usa la tecnica del realismo crudo e della teatralità grottesca, tipici del linguaggio della Rame e di Fo.
L’ironia, usata anche nei momenti più tragici, serve non a sdrammatizzare, ma a rendere ancora più tagliente la denuncia.
Il ritmo è serrato, la parola è diretta, fisica, spesso accompagnata da gesti e mimica di grande intensità.

Dell'importanza di “Sei Mia!” 

“Sei Mia!” è considerato uno dei più potenti monologhi del teatro femminista italiano. Non è solo una testimonianza, ma un atto politico, liberatorio, attraverso il quale la Rame restituisce voce e dignità alle donne che subiscono violenza. La sua forza emotiva e la capacità di unire intimità e denuncia sociale lo hanno reso un testo fondamentale, ancora oggi rappresentato e studiato.
Da qui l'interesse e l'ampliamento operato da Silvia Priori per il suo spettacolo.


Un frammento del testo

«E io gridavo… gridavo, ma non era un urlo.
Era come se mi uscisse un suono dalla gola, un rumore secco,
un verso di bestia ferita…
E lui mi guardava con quegli occhi vuoti,
e mi diceva piano, come se fosse una carezza:
‘Sei mia.’
E lì ho capito che non era sesso, non era passione…
era solo potere.
E dopo, quando mi sono rivestita,
mi sono sentita io la colpevole.
E la gente, quando l’ha saputo,
mi guardava come se l’avessi voluto.
È questo che fa più male:
non la violenza del corpo,
ma quella degli sguardi, delle parole non dette,
del silenzio che ti cade addosso come una condanna.»

(dal monologo “Sei mia!”, Franca Rame, 1977 )


A proposito di Sala Sole

Sala Sole – Spazio di Teatro è un luogo dedicato alla creazione e alla diffusione del teatro contemporaneo nel cuore di Napoli, diretto da Sarasole Notarbartolo e dalla compagnia Taverna Est Teatro. Nato come spazio indipendente di incontro tra artisti e pubblico, promuove spettacoli, laboratori, rassegne e progetti culturali aperti alla città, con un’attenzione speciale alla ricerca e alla relazione umana.

Spazio di Teatro, Vico Freddo alla Rua Catalana 4 (zona Municipio – metro Linea 1)

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