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Ritardi e aumenti: la mensa scolastica ad Avigliano mette in difficoltà le famiglie

Ritardi e aumenti: la mensa scolastica ad Avigliano mette in difficoltà le famiglie

Immagine di repertorio

La nota del Gruppo Consiliare "Impegno Comune per Avigliano" a firma dei consiglieri Claps, De Carlo e Summa

Ad Avigliano la mensa scolastica partirà solo il 3 novembre, oltre un mese e mezzo dopo l’inizio delle lezioni. Un ritardo che sta generando disagi significativi per le famiglie, costrette a riorganizzare quotidianamente tempi di lavoro e vita domestica per sopperire all’assenza di un servizio fondamentale. Una situazione ancor più incomprensibile se si considera che l’Amministrazione ha scelto di rimettere a gara il servizio, pur avendo la possibilità di rinnovarlo, come avvenuto in passato.
Una scelta discutibile, che ha prodotto — com’era prevedibile — ritardi, incertezze e un sensibile aumento delle tariffe.

I dati relativi al periodo 2022-2025 parlano chiaro:
- per la fascia ISEE da 3.100,01 a 5.200 euro, il buono pasto per il primo figlio passa da 2,61
euro (2022) a 3,84 euro (2025) → +47%;
- per la fascia 5.200,01 – 8.700 euro, da 3,22 a 4,58 euro → +42%;
- per la fascia 8.700,01 – 13.000 euro, da 3,92 a 5,18 euro → +32%;
- per la fascia oltre 13.000 euro, da 3,92 a 5,62 euro → +43%.

In sintesi, gli aumenti più consistenti ricadono proprio sulle fasce più deboli, quelle che avrebbero dovuto essere maggiormente tutelate. Un ulteriore elemento di disparità è rappresentato dal confronto con i comuni limitrofi, dove il costo del buono pasto risulta sensibilmente più basso. Ad Avigliano, dunque, si paga di più per un servizio che arriva tardi e con minore attenzione alle esigenze delle famiglie. Tutto ciò lascia perplessi e pone più di un interrogativo. Solo pochi mesi fa, infatti, il Sindaco e la Giunta si facevano fotografare a pranzo nella mensa scolastica, elogiando pubblicamente la qualità del servizio. Non comprendiamo allora per quale ragione si sia scelto di rimettere a gara un servizio che si riteneva “eccezionale”, con il risultato di renderlo oggi più costoso e più incerto. Si aggiunga il recente attacco del Sindaco ai sindacati, colpevoli di difendere i lavoratori coinvolti nel cambio di gestione. Lo stesso Sindaco che, con tono falsamente rassicurante, ha spiegato che l’aumento del buono pasto sarebbe legato a una maggiore tutela dei lavoratori. Se davvero fosse così, sarebbe doveroso rendere pubblici i nuovi livelli retributivi. La realtà, invece, è che le famiglie pagano di più e i lavoratori vengono messi in discussione.

La tanto sbandierata “rinascita della comunità aviglianese” passa anche e soprattutto dal sostegno alle famiglie, in particolare a quelle più giovani, che già oggi affrontano difficoltà nel trovare un lavoro stabile e nel costruire un futuro qui. Una comunità che non investe nelle proprie famiglie e nei propri bambini è una comunità che, lentamente, rinuncia al proprio futuro. Per questo ci batteremo con determinazione affinché il Sindaco riveda le proprie scelte, trovi altrove le risorse necessarie, visto anche il sostanzioso avanzo disponibile pari ad € 1.459.695,94, e riduca immediatamente il costo del buono pasto. Non è accettabile che a pagare gli errori di programmazione siano sempre i cittadini, mentre chi governa continua a parlare di “rinascita” dimenticando chi quella rinascita dovrebbe renderla possibile: le famiglie, i giovani e i bambini di Avigliano.

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