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16.10.2025 - 13:39
La Commissione pontificia per la tutela dei minori "si rammarica di non aver incontrato le delegazioni regionali di Abruzzo-Molise, Basilicata, Calabria, Campania, Marche, Piemonte, Puglia, Triveneto e Umbria e di non aver ricevuto risposte al suo questionario quinquennale sulla tutela dalla totalita' delle diocesi". In particolare, si legge nel Rapporto annuale pubblicato oggi, "il Servizio Nazionale per la Tutela ha registrato la presenza di gruppi di lavoro in 144 diocesi su 226". Tuttavia, vi e' una significativa disparita' nel personale e nelle risorse assegnate a molti di questi uffici. Il fatto che diversi di essi vengano attivati unicamente quando necessario e non siano dotati di personale e risorse finanziarie stabili e sufficienti "rappresenta un serio rischio per l'attuazione delle misure di tutela e puo', di fatto, complicare i processi di esercizio della responsabilita' istituzionale". Detta prassi - lamenta il Rapporto - potrebbe avere "ripercussioni sulla coerenza, la stabilita' e l'affidabilita' degli uffici diocesani". "La Commissione - continua il testo - osserva che, sebbene alcune Chiese locali siano riuscite a creare soluzioni pionieristiche e persino a instaurare proficue collaborazioni con la societa' civile, permangono forti disparita' tra le diverse regioni. Ma, in positivo, rileva l'istituzione di una rete complessiva di uffici e strutture nelle diocesi per la segnalazione e l'assistenza che copre quasi tutte le diocesi". Inoltre, lamenta la Pontificia Commissione, "la Conferenza Episcopale Italiana non dispone di un ufficio centralizzato di ricezione delle segnalazioni/denunce e di analisi, in modo tempestivo e comparativo, della corretta gestione dei casi nelle diverse regioni, al fine di promuovere lo sviluppo uniforme ed efficace di servizi inerenti alle denunce".
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