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10.10.2025 - 16:27
Piero Lacorazza
“Abbiamo chiesto all’assessore all’Agricoltura, Carmine Cicala, di far partire l’iter di riforma della legge regionale n.12/2010 sul Parco Urbano delle Cantine.” Lo afferma il capogruppo del Pd, Piero Lacorazza. “Riteniamo di aver riaperto una strada che per anni era rimasta chiusa – evidenzia il consigliere e ciò grazie alla nostra proposta di ordine del giorno, approvata dal Consiglio regionale nella seduta del 15 ottobre 2025, e alle successive audizioni svolte in Commissione. In quell’occasione abbiamo raccolto un sostegno unanime per la candidatura – oggi consacrata come un successo – del Vulture a Capitale del Vino 2026. Le modifiche alla legge regionale n.12/2010 sul Parco Urbano delle Cantine sono pronte e come abbiamo scritto e detto all’assessore Cicala avremmo potuto depositarle noi ma ci è sembrato giusto che l’iter venisse avviato da un disegno di legge della Giunta regionale. Anche perché riteniamo che, anche alla luce del contesto internazionale con i dazi imposti da Trump, c’è bisogno di una strategia più complessiva di sostegno alla viticoltura. Il Vulture Capitale del Vino 2026 con la realizzazione del dossier che ha vinto può e deve essere un’occasione anche per aprire e concretizzare una riflessione per le aziende e le filiere che sviluppano, tra rischi ed opportunità”. “Così come il Parco Urbano delle Cantine, o Parchi Urbani delle Cantine, insieme al Vulture Capitale – prosegue il capogruppo del Pd – devono essere l’occasione per stringere il nesso tra vino e territori, migliorandolo e valorizzandolo e forse rendendolo sistemico. Da questo punto di vista potrebbe essere utile mettere mano alla legge regionale n. 7/2000 e metterla in connessione con tutto il resto. Si potrebbe strutturare ad esempio il sostegno a competizioni nazionali e internazionali che leghino candidature di valorizzazione del vino (ma anche dell’olio), trasformare, in caso di vittoria e di riconoscimento, gli informali gruppi di promozione in Comitati formali che, in relazione con i Dipartimenti regionali e APT, tengano la regia e l’indirizzo nell’applicazione dei dossiers, utilizzando, ad esempio, i GAL, in relazione ai Comuni interessati, come soggetti di gestione e di spesa. Questa potrebbe essere una strada partecipata, sostenibile e concreta. Aggiungiamo che tale direzione potrebbe essere l’occasione per far partire una revisione normativa della legge regionale n.7/2000 ‘Disciplina delle strade del vino e dell’olio e dei prodotti agroalimentari’”. “Proprio ieri a Senise, in occasione di un confronto sull’acqua e di un sopralluogo nei terreni dedicati alla produzione del peperone – conclude Lacorazza – riflettevo su un progetto riguardante la via del ‘Crusco’, e potrei continuare ancora. La revisione della norma non può riguardare ogni aspetto, ma certamente si può migliorare l’integrazione tra prodotti a marchio e paesaggio, valorizzandone appieno le potenzialità. In pratica giungere ad una sorta di Ecomusei delle produzioni. C’è il contesto normativo che può essere messo a sistema e l’occasione del Vulture Capitale del Vino 2026 può essere ghiotta”.
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