Nel giorno dedicato a San Francesco, testimone umile e luminoso del Vangelo, Papa Leone XIV ha firmato la sua prima Esortazione apostolica, “Dilexi te” — “Io ti ho amato”. Un titolo che nasce dal Libro dell’Apocalisse e che rappresenta un manifesto di fede, di speranza e di carità concreta. Con questo documento, il Santo Padre apre il suo pontificato sotto il segno di una Chiesa che sceglie i poveri, che si china sulle ferite del mondo e che vuole farsi casa per chi è solo, fragile o dimenticato. L’Esortazione, snella ma densa di significato, richiama i grandi maestri della spiritualità cristiana da Sant’Agostino a San Giovanni Crisostomo, fino allo stesso San Francesco d’Assisi e riafferma con forza che Dio predilige i piccoli, i deboli, coloro che la società spesso lascia ai margini. “Sarà possibile per quel povero sentire che le parole di Gesù sono per lui: ‘Io ti ho amato’”, scrive il Pontefice nelle ultime righe del testo, con la semplicità di chi sa che la misericordia non è un concetto astratto, ma una scelta di vita. Papa Leone XIV invita la Chiesa tutta a diventare segno visibile dell’amore operoso di Dio, a incarnare la misericordia non solo nelle parole, ma nei gesti quotidiani, nelle strutture, nelle comunità, nella testimonianza di ogni credente. È un appello che risuona forte e che interpella ciascuno di noi: “Sperare è scegliere”, ha ricordato il Papa nella catechesi giubilare, invitando a schierarsi con la giustizia, non con il denaro; con la dignità, non con l’indifferenza. Personalmente, non posso che esprimere profonda stima e sincera gratitudine verso Sua Santità, Papa Leone XIV. La sua scelta di porre i poveri e i vulnerabili al centro della vita ecclesiale rappresenta un segno di grande coraggio e di autentico Vangelo vissuto. Sono convinto che questo pontificato segnerà una rinascita spirituale per tanti cristiani, che si riavvicineranno alla Chiesa e alla fede. Da cristiano convinto e praticante, vedo in questo Papa un pastore che cammina insieme al suo popolo, un uomo che ascolta, che comprende, che ama con gesti concreti. In un mondo spesso dominato dall’individualismo e dall’egoismo, “Dilexi te” risuona come un inno alla fraternità, un richiamo potente a ricordarci che nessuno è escluso dall’amore di Dio. Con Papa Leone XIV, la Chiesa ritrova il suo volto più vero: quello della compassione, del servizio e della tenerezza. E noi, come credenti, ritroviamo una ragione in più per credere, per amare, per sperare in un mondo e in una Santa Chiesa migliore. Più vicina a chi è stato meno fortunato di noi nella vita.
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