Turismo di autunno: in Basilicata foglie che cadono, occasioni che sfuggono

C’è un treno che attraversa le valli tra Domodossola e Locarno, in Svizzera, e che ogni ottobre si riempie di turisti provenienti da tutta Europa armati di macchine fotografiche. Si chiama “Treno del Foliage” e celebra lo spettacolo naturale degli alberi che cambiano colore per prepararsi alla nuova stagione. In Valtellina, invece, si cammina nei sentieri tra escursioni guidate e trekking tematici. E in Basilicata? Eppure, la Basilicata ha tutto. Ha boschi che in autunno si tingono di oro e rame, faggete che sembrano dipinte, vallate dove il sole al tramonto "incendia" le foglie. Ha borghi sospesi nel tempo, tratturi che attraversano paesaggi mozzafiato, laghi che riflettono il cielo e il colore autunnale degli alberi. Il foliage non è solo una moda. È un’occasione. Un’occasione per sviluppare il tanto decantato e spesso inflazionato turismo lento, esperienziale, sostenibile. Un’occasione per portare famiglie, fotografi, escursionisti, naturalisti e curiosi a scoprire un territorio che a cavallo tra estate e autunno cambia pelle. Ma serve coraggio. Il coraggio per costruire e proporre esperienze autentiche. Perché non immaginare un “Treno del Foliage Lucano”? Perché non organizzare escursioni guidate nei boschi del Pollino o del Vulture? La Basilicata non è povera. È sottovalutata. E troppo spesso, sottoutilizzata. Il recente (ma non troppo) fenomeno del foliage è solo un esempio, ma è emblematico. Dimostra che anche una foglia che cade può diventare attrazione. Può diventare indotto. Se c’è visione. Altrove si cammina, si ascolta, si contempla. Qui si potrebbe fare meglio e fare sistema. Bisogna smettere di raccontare la Basilicata come “terra da scoprire” e iniziare a descriverla come “terra da vivere”.