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Analisi

«Vorrei che tu venissi da me», il mercato sempre verde dei sentimenti

«Vorrei che tu venissi da me», il mercato sempre verde dei sentimenti

Ci sono molte scuole di pensiero su San Valentino, scuole determinate dalla varietà dei modi di amare, dall'età, e dal patrimonio affettivo che ognuno di noi porta con sé in dote, e per questo, poi, il mercato tende a unificare ogni cosa, a ristabilire un ordine, ordine che di colpo trasformi l'amore in un gruppo compatto che più che sui sentimenti unifichi la parola in sé.
Se in America la festa di San Valentino è la festa dell'amicizia, e quindi semplificando, e fluidificando la parola, il mercato e anche i sentimenti sono salvi, in Italia, patria che deve fare i conti anche con i suoi diversi retaggi culturali: greci, latini, cattolici, ci ha pensato la Perugina a livellare ogni cosa, e così tra parole, prese a prestito da altri, e cioccolata, il gran bordello dell'amore, come scriveva Gabriel Garcia Marquez, è garantito almeno per un giorno a chiunque, che poi tutto l'anno si vada avanti tra routine, tradimenti e ordinarie dimenticanze poco conta, almeno un giorno l'anno l'illusione, l'amore è la più libera e pervicace delle illusioni, è garantita.
In questo momento storico che è socialmente bloccato, l'illusione d'amore è la più pressante, la più disattesa. Senza contatti e scambi emotivi veri, scambi che si nutrano di sguardi, di odori e di silenzi, l'amore non può manifestarsi, se non attraverso interminabili sedute social, scambi di foto di ogni genere, come se tutto questo potesse sedare il bisogno di sentire l'amore di sé, attraverso l'altro, un altro che ci restituisca interi a noi stessi, senza rapinarci.
Come sempre i libri, più di qualsiasi oggetto, ci vengono in aiuto, un libro ci porta altrove lasciandoci la libertà di scegliere,e quindi di amare, senza forzare un senso a discapito dell'altro, donandoci un’evasione sana e benevola.
In questa ottica è da vedere la pressione con cui case editrici vecchie e giovani si buttano su questo mercato, sperando in un effetto valanga, come è accaduto ai famosi Baci, capace di stanare lettori, clienti, nuovi, quelli che mai leggeranno Proust, uno che sui sensi e sulle loro insondabili capacità di attrazione emotiva, ha costruito la sua imperitura carriera letteraria, perché dell'amore sono affamati e vogliono il tutto e subito cose che Proust mai gli darà, ma mai nessuno.
E così gli Harmony, nati dalla felice intuizione di Arnoldo Mondadori che i libri, e il mercato, ha intercettato per tutta una vita, si sono dati un'ulteriore svecchiata, proponendo nel 2022 una collana per la terza età, curata da Lidia Ravera, e che prende il nome di "Harmony Terzo Tempo". La terza età è quella che ancora non è stanca di vivere sentimenti ed emozioni, prendendosi i rischi che l'amore comporta - rifiuti, dolore, la presenza della morte come costante – perché chi ha vissuto, abbastanza, da mantenere occhi buoni e cuore saldo sa che l'unica energia pulita cui possa attingere e quella che dalla testa porta al cuore.
Gli altri editori seguono il solco tracciato da Mondadori, in maniera scarsamente seduttiva, un po' perché credono che scrivere d'amore sia semplice, e considerano che scrivere in maniera semplice voglia dire passare sopra all’eleganza della parola esatta, e un po' perché di manoscritti sì fatti sono talmente pieni da credere che, in fondo, se questa è la materia prima, vuol dire che questi sono i lettori, e che quindi potranno risolvere i problemi economici, vedi un settore librario depresso, con i fichi secchi .
A questo si aggiunge la costruzione dello scrittore macchina che non avendo una propria e originale voce va' un po' di qua un po' di là , e che per questo non sa dove per davvero porti il cuore. Un dramma che aumenta la difficoltà di confusione e di comunicazione affettiva tra gli umani.
Scrivere di amore invece vuol dire avere la capacità di seguire uno schema, come accade con i gialli, che tenga il lettore incollato alla pagina, dal primo all'ultimo rigo, uno schema poetico, e sì poetico, che faccia della parola l'unico fuoco d'artificio possibile per fare entrare in testa un sentimento, il solo modo per passare dall’io al noi, per non perdersi nelle spirali vuote di un sentimento complesso e semplice, duttile e ostile, caldo, freddo, qual è l'amore. È anche l'unico modo per ristabilire un minimo di civiltà sociale, quella che oggi sembra irrimediabilmente perduta. E comunque chiunque abbia lasciato traccia di parole d’amore sapeva scrivere, diversamente i Baci Perugina non sarebbero il pensiero affettuoso più venduto, insieme ai fiori e perché no agli Harmony, non solo per San Valentino ma per tutti i giorni.
«Vorrei che tu venissi da me in una sera d’inverno e, stretti insieme dietro i vetri, guardando la solitudine delle strade buie e gelate, ricordassimo gli inverni delle favole, dove si visse insieme senza saperlo.
Per gli stessi sentieri fatati passammo infatti tu ed io, con passi timidi, insieme andammo attraverso le foreste piene di lupi, e i medesimi genii ci spiavano dai ciuffi di muschio sospesi alle torri, tra svolazzare di corvi. Insieme, senza saperlo, di là forse guardammo entrambi verso la vita misteriosa, che ci aspettava. Ivi palpitarono in noi per la prima volta pazzi e teneri desideri. “Ti ricordi?” ci diremo l’un l’altro, stringendoci dolcemente, nella calda stanza, e tu mi sorriderai fiduciosa mentre fuori daran tetro suono le lamiere scosse dal vento. »
Dino Buzzati - "Un Amore", Mondadori

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