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28.09.2025 - 11:30
Ospedale San Carlo di Potenza
In un momento storico in cui troppo spesso si parla della sanità pubblica per carenze, ritardi e disservizi, arriva una testimonianza che restituisce fiducia e speranza: quella di un paziente curato presso l’Ospedale San Carlo di Potenza che ha voluto condividere pubblicamente la sua esperienza di “buona sanità”. Il racconto inizia il 18 luglio 2025, quando l’uomo viene sottoposto ad una biopsia prostatica transperineale nel reparto di Urologia, eseguita dal bravo urologo Dr. Mastrangelo. Solo pochi giorni dopo, il 14 agosto, riceve la diagnosi: adenocarcinoma acinare della prostata, con grado Gleason 6 (3+3). La comunicazione arriva dalla Dr.ssa La Falce, che insieme all’équipe medica consiglia l’intervento chirurgico mediante prostatectomia totale robotica, una procedura all’avanguardia disponibile proprio al San Carlo. Con grande celerità e attenzione il paziente viene contattato dalla caposala Michela Restaino, che organizza un incontro con il primario del reparto, Dr. Falabella. Il giorno dopo, il professore illustra con chiarezza e sensibilità la situazione clinica, tranquillizzando il paziente e illustrando l’intervento in programma. L’operazione viene fissata per il 27 agosto, ma per motivi organizzativi viene poi effettuata con successo in altra struttura ospedaliera convenzionata. Il 10 settembre il paziente torna al San Carlo per un altro controllo post-operatorio: tutto procede bene e la sua qualità di vita non risulta compromessa. Nel ringraziare sentitamente tutti i medici, in particolare il Dr. Falabella e la Dr.ssa La Falce, così come gli infermieri, il personale ausiliario e i giovani specializzandi del reparto, l’autore della lettera sottolinea la professionalità, efficienza, umanità e tempestività di tutta l’équipe. Una vera squadra, che ha saputo affrontare un caso delicato con grande competenza e sensibilità. «Non siamo sempre costretti a cercare l’eccellenza sanitaria fuori regione – scrive –. Dobbiamo avere fiducia nella nostra sanità, valorizzando ciò che abbiamo, perché non è né poco né meno di quello che ci offrono altrove». La sua testimonianza si chiude con un invito ai concittadini lucani a credere nella sanità della propria terra, a sostenere e difendere quelle eccellenze che, spesso silenziosamente, operano ogni giorno con passione e dedizione, anche in contesti difficili e con risorse limitate.
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