IL MATTINO
La bio
24.09.2025 - 11:23
Claudia Cardinale è stata l'unica diva, internazionale, capace di coniugare femminilità e intelletto in maniera decisa ed esclusiva, senza che questo intaccasse mai fino in fondo la sua carriera professionale, ricca di soddisfazioni e di premi.
Nata da una famiglia siciliana emigrata in Tunisia, la sua prima lingua è stata il francese, e per lungo tempo è stata doppiata nei film italiani, almeno all'inizio della sua attività professionale.
La sua carriera decolla dopo aver vinto, nel 1957, un concorso di bellezza in Tunisia dal titolo: "La più bella italiana in Tunisia", che le apre le porte del cinema italiano. Debutta nel film "I soliti ignoti" (1958) di Mario Monicelli, accanto a Vittorio Gassman e Marcello Mastroianni.
Ha attraversato diversi generi e stagioni del cinema: commedia all’italiana, dramma, cinema d'autore, western all'italiana, e anche produzioni internazionali.
I film della svolta
"La ragazza con la valigia" (1961, Zurlini)
Un film struggente, che segna la vera affermazione drammatica di Claudia Cardinale. Interpreta Aida, una giovane donna fragile ma dignitosa, in cerca di amore e di stabilità. Il film mostra la sua capacità di unire sensualità e vulnerabilità, senza essere mai volgare.
"Il Gattopardo" (1963, Luchino Visconti)
Tratto dal romanzo di Tomasi di Lampedusa. La Cardinale è Angelica, simbolo della nuova borghesia che avanza nella Sicilia risorgimentale. Il ballo finale con Burt Lancaster è tra le scene più iconiche del cinema mondiale.
"8½" (1963, Federico Fellini)
Nel capolavoro felliniano interpreta sé stessa idealizzata, una donna misteriosa e affascinante che rappresenta uno dei tanti "fantasmi femminili" nella mente del protagonista (Marcello Mastroianni). Ruolo simbolico, quasi metafisico.
"C’era una volta il West" (1968, Sergio Leone)
Unico ruolo femminile importante nel film, è Jill, una vedova che si trova a gestire una situazione di potere in un mondo di uomini. La Cardinale dà una prova intensa e modernissima, umana e forte, in un western dove solitamente le donne sono marginali.
"Il giorno della civetta" (1968, Damiano Damiani)
Tratto dal romanzo di Sciascia. Interpreta Rosa Nicolosi, moglie di una vittima di mafia. È un film di denuncia che segna anche il suo impegno nel cinema civile.
Negli anni ’70 e ’80, pur continuando a recitare, si dedica sempre più all'attivismo.
Diventa ambasciatrice dell'UNESCO per la difesa dei popoli indigeni e dei diritti delle donne. Partecipa a conferenze e manifestazioni contro la violenza di genere.
Si è sempre detta "femminista" e ha criticato l'industria cinematografica per la sua tendenza a sessualizzare le attrici.
Ha sostenuto anche le cause ecologiste e ha parlato pubblicamente dell’importanza della memoria storica, in particolare per i giovani.
Ha costruito una carriera fuori dagli schemi. Non ha mai posato nuda, nemmeno nei periodi in cui le attrici lo facevano per lanciare la propria immagine. Non ha mai cercato scandali o gossip per emergere.
Ha sempre difeso la sua libertà da produttori o registi troppo invadenti.
Ebbe una relazione con Franco Cristaldi, che per anni cercò di "gestire" la sua immagine, ma alla fine la Cardinale ruppe con lui e prese in mano la propria carriera, dimostrando una forza d'animo rara in quell'epoca.
Anche se si è progressivamente allontanata dal cinema negli anni 2000, ha continuato ad essere ospite d’onore in festival internazionali e ad ottenere premi come:
il Leone d’Oro alla carriera a Venezia ne 1993, l'Orso d’Oro alla carriera a Berlino nel 2002. È stata nominata Cavaliere della Legione d’Onore in Francia e Ambasciatrice dell’UNESCO.
Nel 2023, ha partecipato agli eventi celebrativi per i 60 anni de "Il Gattopardo", mantenendo il suo stile sobrio e il suo fascino, ormai diventato leggendario.
Alcune sue frasi celebri
«Non mi sono mai considerata un sex symbol. Sono un’attrice, non un oggetto.»
«Il cinema mi ha dato tutto. Ma io ho dato al cinema la mia libertà.»
«La mia vita non è stata un romanzo rosa. È stata un’avventura, e io l’ho vissuta tutta.»
«Essere bella è stato un vantaggio. Ma a volte anche un peso»
Documentari e interviste su di lei
"Le ragazze del '68" (RAI Storia)
Include interviste a Claudia Cardinale sul clima sociale e culturale degli anni '60, in cui lei fu protagonista anche fuori dal set.
"My Voyage to Italy" (1999, Martin Scorsese)
Un viaggio personale del regista americano nel cinema italiano, in cui dedica grande spazio a film con Claudia Cardinale, definendola "un'icona senza tempo".
Libri e biografie
"Io, Claudia. Tu, Claudia" (biografia con Anna Maria Mori)
È la biografia autobiografica di Claudia Cardinale scritta con Anna Maria Mori, uscita nel 2006.
Racconta la sua infanzia a Tunisi, la nascita del suo senso estetico e di ribellione, la sua irrequietezza selvaggia l, i problemi iniziali, i momenti di insicurezza su di sé: "mi sentivo brutta”, nonostante la bellezza esteriore.
Parla anche del dolore che ha dovuto sopportare a causa della violenza sessuale subìta da ragazza, e della nascita successiva di suo figlio Patrick, tenuta inizialmente nascosta. Descrive come il successo cinematografico sia arrivato quasi “per caso” tramite il concorso di bellezza, ma anche come quel successo le sia costato. Il libro non è solo lista di film o di successi, ma una riflessione su se stessa, sull’evoluzione personale, sul rapporto con la fama e le scelte difficili, sul riconoscimento del proprio valore.
"L’indomabile" (omaggio da parte della figlia, rassegna, libro)
“L’indomabile” è il titolo dell’omaggio che Cinecittà ed Electa hanno fatto a Claudia Cardinale (“Claudia Cardinale. L’indomabile”), curato da sua figlia, Claudia Squitieri.
È sia un libro illustrato sia una retrospettiva cinematografica che include: i restauri dei film classici interpretati da lei (tra i restaurati, La ragazza di Bube, L’Udienza, Atto di dolore) e una rassegna al MoMA di New York.
Nel libro si mescolano contributi vari: testi da critici, registi, ma anche ricordi personali, fotografie, riflessioni. Uno dei fili conduttori è proprio il concetto di “indomabilità”, qualcosa di innato in lei è che è un concentrato di forza, di libertà, di consapevolezza e di volontà ferrea, che le ha impedito adattarsi, pacificamente, alle costrizioni.
Sua figlia spiega che questa “indomabilità” si è manifestata fin da bambina in lei. L'attrice acchiappava treni in corsa, si lanciava in situazioni non ordinarie:la sfida era per lei una condizione permanente.
La Cardinale stessa, in varie interviste, anche recenti, ha detto: «Il tempo non mi ha cambiata: ero e resto in buona parte indomabile.»
La libertà è uno dei valori centrali per lei, per questo non accettava compromessi che le togliessero autonomia come attrice e come donna. Ad esempio, ha raccontato che in più di un’occasione le furono offerte condizioni contrattuali vincolanti negli USA, che lei rifiutò perché volevano “usarla” come star esclusiva, ma lei voleva restare libera.
L’indomabile emerge anche nella sua vita privata attraverso la scelta di tenere nascosti eventi dolorosi e di gestire le relazioni sentimentali in un’epoca in cui le donne del cinema, spesso, cedettero a pressioni e regole dominanti.
"Le dive del cinema italiano"
Un libro collettivo che analizza le più grandi attrici italiane del dopoguerra, con un capitolo approfondito su Claudia Cardinale e il suo rapporto con la femminilità e l’identità nazionale.
Chi era Claudia Cardinale?
Claudia Cardinale è stata un esempio di meticciato culturale ante-litteram: nata in Tunisia e di madrelingua francese, ha girato film in italiano, francese, inglese, spagnolo e anche tedesco.
Ha sempre rivendicato un'identità mediterranea, più che puramente italiana perché si sentiva parte di un mix di culture, di suoni, di influenze.
Ha detto spesso che non si è mai sentita solo "italiana" o solo "francese", ma una cittadina del mondo. Questo ha influenzato anche le sue scelte artistiche, spesso internazionali.
Molti critici la consideravano più bella che brava, ma la sua carriera ha dimostrato il contrario.
Era molto espressiva grazie ad un volto e a degli occhi mobilissimi, poteva anche rimanere immobile e silenziosa, il suo viso e il suo sguardo no. Non ha mai cercato ruoli facili o "glamour", ma ha sempre preferito personaggi complessi, spesso feriti o in cerca di riscatto.
Ha lavorato con registi molto diversi tra loro come: Fellini, Visconti, Leone, Zurlini, Comencini, Damiani, adattandosi a stili differenti.
Nonostante fosse circondata da uomini famosi, Claudia Cardinale non ha inseguito il gossip e ha protetto molto la sua vita sentimentale sia quando viveva con
Franco Cristaldi, con cui ebbe una relazione complessa, per via del potere del produttore, e che lei lasciò anche per difendere la propria autonomia; sia con
Pasquale Squitieri, con cui ebbe una relazione molto lunga, durata più di trenta anni, e più paritaria, e da cui nacque Claudia, la figlia. Insieme lavorarono anche in diversi film, in uno di questi lei interpretò il ruolo della Petacci.
Negli ultimi anni, la Cardinale ha partecipato anche a diverse produzioni teatrali, mostrando versatilità come nel caso de:
"La strana coppia" in versione femminile, dove recitava con Ottavia Piccolo e de "La Venexiana", un'opera teatrale del Rinascimento italiano, portata in scena in modo elegante e sensuale.
Anche in età avanzata, ha continuato a partecipare a film d’autore, specialmente francesi, interpretando spesso donne anziane, forti e materne, quasi a voler chiudere un cerchio.
Claudia Cardinale è stata un'icona di stile mediterraneo grazie al suo viso intenso, i capelli neri, le labbra piene. Una bellezza "terrena" la sua, mai artificiale.
Indossava spesso abiti semplici ma eleganti, valorizzando le forme senza ostentazione, era diventata una delle muse di Giorgio Armani.
È stata ritratta da grandi fotografi come Richard Avedon, Helmut Newton, Angelo Frontoni.
Non ha mai seguito le mode, ma ha creato un’estetica propria, che l’ha resa immortale.
La sua effige è apparsa su manifesti, francobolli e copertine in tutto il mondo.
Il suo volto è stato usato come simbolo del Festival di Cannes nel 2017. Nel manifesto ufficiale c'era una foto di lei che balla.
È stata citata in canzoni, libri e film come simbolo della bellezza italiana "autentica".
Insomma era una donna a tutto tondo, tanto da potere essere indomabile e divina, e così ha vissuto e recitato, da totale e indiscussa protagonista.
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