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17.09.2025 - 13:51
Alessandro Galella
“La città – ha affermato Galella – ha bisogno di una visione. Potenza non può più permettersi di sprecare le sue potenzialità. L’università è una risorsa immensa, ma ancora oggi viene percepita come un corpo estraneo rispetto al resto del capoluogo. Dobbiamo costruire un modello urbano in cui i luoghi dell’università siano i luoghi della città, e viceversa”. Per Galella, il punto di partenza è la riqualificazione di un’area oggi degradata, tra l’Ospedale San Carlo e il Campus di Macchia Romana, dove vivono e si muovono ogni giorno oltre 10 mila persone. Il progetto prevede la realizzazione di un grande parcheggio interrato e, in superficie, la creazione di una piazza viva e funzionale, circondata da palazzine a due piani con spazi per librerie, pub, biblioteche, centri di lettura, ristoranti e alloggi per studenti. “Un luogo di aggregazione – spiega – pensato per eventi, concerti, attività sociali. Un vero cuore pulsante per una città che guarda avanti”. Ma la proposta non si ferma qui. Galella rilancia con forza anche l’istituzione a Potenza della Facoltà di Medicina Veterinaria, un’idea ambiziosa, ma coerente con l’identità zootecnica e ambientale della Basilicata per costituire una risorsa per la medicina preventiva, l’ecologia applicata e la sicurezza alimentare. “Un corso di laurea – sottolinea – che si integrerebbe con Medicina e Agraria, e che offrirebbe nuove opportunità occupazionali ai giovani lucani, rafforzando l’offerta formativa dell’Ateneo e attirando studenti anche da fuori regione”. Una visione complessiva che si muove lungo tre direttrici: l’ampliamento dell’offerta universitaria, una strategia moderna di promozione del legame tra ateneo e territorio per attrarre studenti ai territori limitrofi e il rilancio delle infrastrutture. In particolare, Galella propone di chiedere alla Regione un finanziamento di 100 mila euro per avviare la progettazione dell’intervento infrastrutturale. Il tutto, in un’ottica di piena sinergia tra l’Unibas, la città e le sue istituzioni sanitarie, culturali e produttive. “Abbiamo l’occasione – ha concluso – di costruire qualcosa che resti. Non solo muri, ma spazi di vita, cultura e relazione. Se vogliamo trattenere i giovani e attrarne di nuovi, dobbiamo offrire loro una città che sia all’altezza delle loro aspettative. Questa è la sfida. E io sono pronto a giocarla”.
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