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11.09.2025 - 18:38
Municipio di Potenza
C’è una strana calma nel Consiglio comunale di Potenza. Una calma che non è sinonimo di equilibrio, ma di vuoto. Un silenzio pesante, che lascia campo libero a un’Amministrazione comunale di centrosinistra – quella guidata da Vincenzo Telesca – che ogni giorno offre il fianco su inefficienze, contraddizioni e lentezze. Eppure l’opposizione resta fiacca, disorganica, quasi inesistente. La fiammella della minoranza, in un momento in cui potrebbe diventare "incendio" politico e istituzionale, è invece fioca, sbiadita, timida. Quando la città ha bisogno di voce, molti consiglieri scelgono il silenzio, l’invisibilità o il calcolo. Non era questo che ci si aspettava, per esempio, da Antonio Vigilante, amministratore navigato, recordman di preferenze, già assessore comunale, portatore di una lunga esperienza civica. Né da Francesco Fanelli, candidato sindaco del Carroccio, che dai prestigiosi ruoli istituzionali ricoperti dovrebbe trarre la forza per guidare con autorevolezza l’opposizione. E invece, da entrambi, finora poco o nulla. Qualche intervento formale, ma nessuna pressione reale. Nessuna strategia. Nessun coraggio. Paradossalmente l’unico a “tirare la carretta” tra i banchi dell’opposizione è un leghista alla prima esperienza: Alfonso Nardella. Presente, combattivo, provocatorio quanto basta, non ha paura di mettere la faccia e di assumersi il ruolo di cane da guardia. Una voce solitaria, certo, ma almeno una voce. E questo, va detto con chiarezza, è in primis un demerito degli altri. Ma per fare opposizione serve una volontà politica precisa: disturbare, denunciare, proporre, incalzare, costruire un’alternativa. Se si preferisce il basso profilo, le uscite controllate, le mezze parole e la cautela elettorale, il rischio è uno solo: non essere più nemmeno percepiti come opposizione. E allora la domanda, a questo punto, è semplice e brutale: a cosa serve un’opposizione senza il coltello tra i denti?
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