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09.09.2025 - 13:03
Culla della politica colta, della giurisprudenza fine e di illustri accademici, ma anche – da qualche tempo – laboratorio ad alto tasso di trasformismo creativo e di geometria variabile, pure Avigliano non si sottrae alle sue contraddizioni. E se è vero che la politica è l’arte del possibile, allora Giuseppe Mecca - classe eclettica e visione flessibile - è un artista di prim’ordine. Segretario provinciale della Lega in tempi non sospetti, quando l’identità padana cercava casa anche nel cuore del Sud. Poi, folgorato sulla via di Fratelli d’Italia, ha vestito i panni del patriota meloniano. Ma la fiamma si è spenta in fretta. Alle scorse Regionali lo abbiamo visto abbracciare la causa di Forza Italia, accompagnando la candidata Maria Assunta Telesca con entusiasmo da testimonial. Gomito a gomito. In prima fila, premuroso e presente. E oggi? Dopo aver toccato ogni punto cardinale del centrodestra tradizionale con l’agilità di un equilibrista zen ecco Azione. Il partito del riformismo moderato e del centrismo zuccherino, dove la parola “ideologia” è roba da antiquariato. Ad accoglierlo, come Virgilio con Dante all’ingresso dell’Ade, il veterano della navigazione istituzionale, Marcello Pittella. Uno che della politica lucana conosce anfratti, intercapedini e scorciatoie e dell’esercizio del potere ha fatto quasi una forma di yoga. Una coppia inedita ma promettente: Mecca il velocista, Pittella il regista. Cosa può andare storto? A questo punto, non stupirebbe vederlo tra qualche anno con Bonelli, magari in cima al Monte Carmine con un parka verde e in mano un cartello "Salviamo il nostro ecosistema". Nessuno dica che manchi la coerenza: "È colpa del vento. E io seguo il vento. Come Forrest Gump."
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