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27.08.2025 - 19:03
Successivamente possono essere utilizzate queste risorse”. Lo ha spiegato il vicepresidente esecutivo della Commissione europea, il pugliese Raffaele Fitto, interpellato al Meeting di Rimini sulla possibilità di mettere in campo strumenti che consentano di superare la scadenza finale del Pnrr. Quanto a una ulteriore revisione del Piano: “l’Italia, come è noto, ha raggiunto il risultato della settima rata ed è stata pagata la settima rata e per l’ottava è stata presentata la richiesta di pagamento. La Commissione, su iniziativa mia e del commissario Dombrovskis, ha indicato le linee guida per la revisione finale per tutti i Piani degli Stati membri. Nelle prossime settimane ci attendiamo proposte concrete che possano modificare ulteriormente i Piani, perché lo strumento della flessibilità anche in questo caso è fondamentale e, quindi, mi sembra di poter esprimere un giudizio positivo anche nel confronto più in generale. L’Italia sta proseguendo su una strada positiva, con risultati che contribuiranno in modo notevole alla crescita economica, investimenti e riforme che sono state messe in campo”. E, allora, Raffaele Fitto, della cui buona fede c’è da fidarsi, farebbe bene a passare in rassegna la spesa dei fondi del Pnrr: si accorgerà che un fiume di denaro è stato speso per finanziare tantissime sagre di paese, da quelle della porchetta, come è accaduto con la gestione in Molise del suo amico assessore regionale Michele Iorio, delegato al Pnrr, ai concerti. Per citarne uno fresco fresco: per la festa di paese conclusasi ieri sera, quello di Rocchetta Sant’Antonio in provincia di Foggia, dove il gruppo musicale “Zen Garden U2 Tribute”, una tribute band italiana dedicata alla formazione irlandese degli U2, si è esibita grazie al progetto dell’amministrazione comunale denominato “Rocchetta la Poetica” finanziato dal Pnrr Linea Borghi
“Questo calo – ha detto Francesco Maria Chelli, presidente dell’Istat, intervenendo al Meeting di Rimini – è dovuto prevalentemente alla componente estera, che ha avuto una flessione, riflesso delle forti tensioni politiche che stiamo vivendo. Sarà necessario, per recuperare, applicare a fondo tutti i progetti relativi al Pnrr”. Chelli ha ricordato che “l’Italia ha comunque un andamento in linea con gli altri grandi Paesi europei, anche se la Germania continua ad avere un’economia debole. Cosa che pesa anche sulla nostra”. “Una grandissima attenzione alla programmazione 21-27 e ancora di più in funzione del nuovo quadro economico 2028-2034” – ha aggiunto –. Quindi “un’Europa con risorse dedicate e con un’attenzione maggiore rispetto alla coesione territoriale. Con un approccio performance based, sulla base di quello che ci lascia in eredità l’esperienza del Pnrr in termini di strumenti di monitoraggio e di avanzamento della spesa, ma anche place based, quindi con attenzione alle aree dove la coesione territoriale e sociale è più importante. Senza dimenticare che la finanziarizzazione dell’economia è anche una delle cause del fatto che la persona non è stata abbastanza al centro dello sviluppo economico. Abbiamo il dovere di rimetterla al centro, nella sua qualità di imprenditore, di lavoratore, di cittadino” – ha concluso Bernardo Mattarella. L’economia italiana “è in rallentamento perché secondo una stima preliminare, che vedremo se sarà confermata, il dato provvisorio sul Pil ci dice che c’è stato un -0,1% mentre nel primo trimestre era stato registrato un +0,3%”. “Ci si augura che il tracciamento di tutte queste spese per le sagre di paese non sfugga a Raffaele Fitto, avendo la testa altrove. A livello europeo si lavorerà sul rafforzamento del sistema imprenditoriale europeo. Lo abbiamo fatto e lo stiamo facendo con diversi interventi, ma è un elemento che riguarderà anche un dialogo e un’interlocuzione forte con gli Stati membri”, ha aggiunto Fitto. Sulla questione della proroga del Pnrr, il vicepresidente ha chiarito: “Non si tratta di una proroga del Pnrr, che non è possibile. La scadenza è quella nota ed è agosto del 2026. Quello che è possibile, e che il ministro Foti ha citato, sono gli strumenti finanziari che sono già previsti all’interno dei Piani nazionali di ripresa e resilienza in tutti i Paesi europei e che non hanno l’obbligo di individuare e completare la spesa entro agosto del 2026 ma di individuare il beneficiario finale prima di quella data. Successivamente possono essere utilizzate queste risorse”. “Abbiamo vissuto un’epoca di neoliberismo nella vita delle istituzioni europee, peraltro un neoliberismo iper-regolamentato, con meno attenzione rispetto a quello che – dal nostro punto di osservazione – sarebbe stato necessario alla coesione territoriale e sociale. Elemento che ha creato ulteriori disallineamenti e distanze tra le aree più ricche e le aree più povere”. Lo ha dichiarato Bernardo Mattarella, amministratore delegato di Invitalia, al Meeting di Rimini. “Dal nostro punto di vista – ha proseguito l’Ad di Invitalia – l’Europa che c’è non basta più. Non sotto il profilo quantitativo, ma qualitativo. È la qualità della presenza dell’Europa che deve cambiare, che deve evolversi, orientando gli interventi non necessariamente dove ci sono fallimenti di mercato, ma dove c’è necessità di incentivi allo sviluppo. Quando l’Europa si è mossa in maniera unitaria e con un obiettivo preciso, come nel caso del Next Generation EU, ha fatto interventi estremamente incisivi e utili. Ora il passo successivo è rendere strutturali le eredità che ci lascia il Pnrr, soprattutto in termini procedurali e di tipologia di intervento”. “Il governo cambi completamente rotta e accolga l’appello dei vescovi italiani sulle gravi criticità delle aree interne del Paese. Come Partito democratico chiediamo da tempo l’urgenza di investimenti per evitare lo spopolamento e la desertificazione di interi territori, ma purtroppo ci pare evidente che il governo Meloni sia completamente sordo e pure incapace di sfruttare l’occasione straordinaria del Pnrr per difendere e valorizzare le nostre aree interne”. Così il capogruppo Pd in commissione Difesa alla Camera, Stefano Graziano.
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