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«Pensieri e parole» ed «emozioni» per Mogol: 89 anni celebrati a Senise

Nel giorno dei suoi 89 anni, il Maestro accolto tra gli applausi della comunità. Presente anche Al Bano, in un omaggio che ha reso l’atmosfera ancora più intensa

«Pensieri e parole» ed «emozioni» per Mogol: 89 anni celebrati a Senise

SENISE – Domenica 17 agosto 2025 Senise ha reso omaggio a Giulio Rapetti, in arte Mogol, nel giorno del suo 89° compleanno. Paroliere tra i più celebri al mondo, autore di versi che hanno segnato la musica italiana dagli anni Sessanta in poi, Mogol ha legato il suo nome a collaborazioni storiche, da Lucio Battisti ad Adriano Celentano, passando per Mina, Mango e Riccardo Cocciante. Un’eredità che continua a vibrare nelle canzoni e nelle voci di generazioni diverse, capace di raccontare l’Italia attraverso emozioni universali.La celebrazione, ospitata nella Sala del Complesso Monumentale San Francesco, è stata promossa dalla Vicepresidenza del Consiglio regionale della Basilicata con il Comune di Senise. Sul palco la sindaca Eleonora Castronuovo e il vicepresidente Angelo Chiorazzo, che hanno sottolineato come Mogol non sia solo il custode della memoria musicale del Paese, ma anche un maestro capace di scoprire e formare talenti, compresi quelli lucani. Non a caso, da percorsi come le Residenze Musicali e la sua Scuola di Musica sono cresciuti artisti come Arisa, insieme a giovani del territorio come Antonio Ricciardi, Niccolò Marcone e Rocco Amendolara.La mattinata è stata segnata da riconoscimenti ufficiali — una medaglia della Regione e una targa celebrativa — e da momenti di autentica vicinanza tra il Maestro e la comunità. A rendere l’atmosfera ancora più intensa è stata la presenza di Al Bano, che ha voluto unirsi al tributo con un saluto personale e carico di affetto, accolto dall’applauso della sala.Al termine dell’incontro, abbiamo rivolto a Mogol una domanda che guarda al presente: «Maestro, lei ha raccontato l’Italia e gli italiani, le loro gioie e i loro dolori, per decenni. Oggi, in un’epoca dominata dalla velocità e dai social, dove le parole sembrano aver perso peso, qual è secondo lei la vera sostanza che un paroliere deve ricercare? E come si fa a rimanere autentici senza cedere alla tentazione del trend?». La risposta è stata immediata, senza retorica, fedele al suo stile: «La prima cosa è essere sintetici: dire quello che si pensa in poche parole, semplici, in modo che tutti possano capirle. Questa è la chiave».Un pensiero che condensa tutta la sua poetica: semplicità come verità, chiarezza come autenticità. E che, più di ogni discorso celebrativo, ha restituito il senso profondo della giornata.

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