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Perché il «Mare» come destinatario delle lettere? L’abbraccio delle onde alla voce interiore

Perché il «Mare» come destinatario delle lettere? L’abbraccio delle onde alla voce interiore

Nel 2020, durante la pandemia Covid, ho adoperato la scrittura all’interno del mio lavoro tramite il progetto “Let-terapia” nonché la cura attraverso lettere. Quest’ultimo è nato dalla voglia di rivalorizzare la scrittura a mano esplorandone l’importanza, osservandone il riscontro che può avere nella vita privata, relazionale, professionale e affettiva di ciascun soggetto. Il formato lettera ha un potere particolare in ambito psicologico e di crescita personale in quanto combina introspezione e la relazione simbolica: ha un interlocutore, crea un contenitore emotivo protetto, permette il dialogo interiore, favorisce il rilascio emotivo, insegna la comunicazione. Nell’ultimo periodo, la mia “Let-terapia” ha avuto un destinatario specifico: il “Mare”, con un nuovo progetto esclusivo:“Lettere al Mare”. Questo “Mare” che, metaforicamente utilizzo in tutti i percorsi di cura, in tal caso è stato scelto come ricevente in quanto rappresenta accoglienza, profondità e libertà. È un luogo in cui si può af-fidare ciò che pesa, con la sensazione che l’acqua lo renda più leggero, e che le onde possano trasformarlo, disperderlo o restituirlo in forma nuova. L’obiettivo è stato duplice: terapeutico-personale, perciò aiutare chi scrive a fare chiarezza su ciò che sente, vivendo un momento di introspezione e catarsi; e comunitario-simbolico, nonché creare un archivio di emozioni umane, diverse ma unite da un filo comune, dimostrando che nessuno è davvero solo nel proprio sentire. E così, l’abbraccio delle onde alla voce interiore, consente di liberarsi, lasciare andare, trasformarsi, scegliere, e far avvenire tutto ciò in uno “spazio” non giudicante, senza paura del fallimento. Il riscontro avuto è stato incredibile, per tutta la serata, fino a notte fonda, bambini, giovani e adulti erano chinati in angoli di strada o seduti ai piedi della riva a comporre il loro scritto con le parole più vere. Ed io, come sempre sorpresa dalla bellezza e potenza delle “piccole cose” non posso che esserne smisuratamente grata.

Infinitamente grazie: A tutti i piccoli (ma piccoli davvero) che hanno smesso di giocare, per dipingere la loro piccola opera d’arte, non sapendo ancora scrivere. Ai piccoli grandi, che hanno sfruttato le loro prime parole per creare un “messaggio in bottiglia”. Ai giovani, quelli tanto accusati, che hanno liberamente scelto di non usare il telefono anche per ore e lasciarsi ispirare nella stesura di lunghi scritti pieni di desideri, paure, fallimenti, nostalgie, dolori. Agli adulti, che in sana solitudine, osservando il mare hanno creduto ancora in una possibilità. È un onore per me, custodire sempre più pezzi di vita, e tramite voi, vivere tante tante tante vite diverse. Il momento della lettura, nel mio habitat naturale è stato inverosimilmente commovente. Che i fondali possano custodire per sempre le memorie dei vostri mari. La #dottoressadelmare, Federica Nastri, Psicologa Clinica, Criminologa, Pedagogista, Mediatrice Familiare, Istruttrice Mindfulness.

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