IL MATTINO
01.08.2025 - 15:06
Piero Lacorazza
“Da mesi, come abbiamo sottolineato nelle Commissioni consiliari e in Consiglio regionale, era chiaro che nella annualità 2025-26 non ci sarebbero state le risorse per finanziare tutte le borse di studio risultate idonee; un colpo sociale e anche di immagine per una Università della Basilicata per la quale la Regione investe 14 milioni di euro all’anno per dodici anni. Abbiamo iniziato da febbraio questa battaglia, contribuendo in maniera determinante, senza alcun timore di smentita, a salvare circa 90 borse di studio risultate non finanziabili per un cavillo burocratico. 90 Famiglie che di fatto avrebbero dovuto sborsare migliaia di euro per fare studiare i propri figli. Dopo febbraio abbiamo continuato a porre il tema, verificando che nel bilancio regionale, approvato dalla maggioranza di centrodestra, non ci fossero sufficienti risorse per garantire il diritto allo studio. E non ci siamo arresi”. Lo dichiara Piero Lacorazza, capogruppo del Partito Democratico in Consiglio regionale.
“L’annuncio serale di mercoledì scorso del dirigente della Regione Morvillo, alla vigilia dell’audizione in II Commissione dei vertici ARDSU, alquanto inconsueto politicamente e per alcuni aspetti a ‘sorpresa’ per gli stessi vertici ARDSU – prosegue l’esponente del Pd – pone più di qualche domanda sulla tempistica e sulle modalità di erogazione di borse di studio per l’annualità 2025-26. Il bilancio di previsione dell’ARDSU non è stato approvato per assenza della maggioranza di centrodestra, che conferma tutte le contraddizioni politiche che si giocano sulla pelle delle studentesse e degli studenti lucani. E non è solo un problema da rubricare nell’ormai corposo volume ‘Inadeguatezza del governo Bardi e del centrodestra’, ma anche – ciò che interessa gli universitari – la chiarezza, la trasparenza e la certezza dei tempi e delle modalità di erogazione”.
“Le procedure che riguardano i fondi FESR FSE+ non si esauriscono con un comunicato, né tanto meno un comunicato o una lettera possono essere sufficienti, se non assumendosi qualche rischio, a determinare fatti di bilancio per procedere alla pubblicazione di un avviso. Anche perché – conclude Lacorazza – per gli studenti è tempo, meritatamente, di ombrellone più che di libri e aule universitarie. E un ‘bando agostano’ andrebbe, eventualmente, preannunciato e ben pubblicizzato”.
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