IL MATTINO
il caso - fantastico medioevo
31.07.2025 - 19:52
“Potenza è una città antica, profondamente segnata dal Medioevo – commenta così senza troppi giri di parole Francesca Messina, responsabile provinciale per il Dipartimento Cultura e Innovazione di FdI – e chiunque si prenda la briga di attraversare il centro storico, tra vicoli, salite e torri, non può non accorgersene. Non serve essere esperti di storia: basta guardare, lasciarsi trasportare dalla pietra viva che racconta secoli di vita”. Eppure, nella narrazione regionale di un progetto culturale dal forte impatto mediatico e simbolico, Potenza è stata tra molte perplessità lasciata fuori, come se il Medioevo lucano potesse essere raccontato altrove, ma non lì dove ha lasciato segni profondi, visibili e documentati. Un’assenza, tra l'altro, subito denunciata dal consigliere regionale di FdI Alessandro Galella, all'indomani del lancio ufficiale del progetto, chiedendo alla Regione e alla Fondazione di rivedere le scelte e includere anche la città capoluogo in un calendario che non può prescindere da un protagonista naturale come Potenza. Francesca Messina - non a caso - ricorda come la vocazione culturale di Potenza affondi le radici proprio nell’epoca medievale: “Il nostro patrono, San Gerardo La Porta, vescovo e maestro, nel cuore dell’XI secolo fondò una scuola di grammatica per istruire i giovani potentini non solo nelle lettere, ma nei costumi, nell’etica, nella vita. È un dato che gli storici non ignorano. La scuola voluta da San Gerardo anticipava, in un certo senso, la missione educativa delle Università di Bologna e Oxford”. Un insegnamento che ha lasciato un’impronta duratura, tanto da ispirare – sostiene Messina – il valore dell’inclusione, del rispetto dell’altro e della conoscenza come fondamento del vivere civile. “Non scholae sed vitae discimus”, non impariamo per la scuola, ma per la vita. Il dirigente di FdI chiede quindi che la Regione Basilicata e la Fondazione Matera 2019 correggano il tiro, riconoscendo anche a Potenza il ruolo che le spetta nella valorizzazione del patrimonio medievale lucano. “Non conoscere la storia di Potenza non è un peccato – conclude Messina – ma non averne rispetto, quello sì che sarebbe grave. Siamo certi che chi guida oggi la nostra cultura saprà recuperare rapidamente questo errore. Perché Potenza merita di essere narrata, come parte viva del nostro Medioevo e della nostra identità collettiva”.
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