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“Stellantis in crisi, governo assente. Melfi non può aspettare”: monito del M5s

Distretto automotive di Melfi: allarme della Fim Cisl Basilicata

“Che il quadro generale di Stellantis sia critico lo dicono i numeri: nel primo semestre dell’anno i ricavi sono in calo del 12%, le perdite ammontano a 2,3 miliardi e solo nel trimestre aprile-giugno si è registrato un calo di consegne del 6%. A Melfi, in Basilicata, anche oggi si fermeranno i reparti di montaggio e plastica per otto ore a causa della carenza di componenti: è l’ennesimo fermo produttivo di questi mesi". Così in una nota il vicepresidente M5s Mario Turco, coordinatore del comitato Economia, Imprese, Lavoro. Questi stop, dice, "causati alla carenza di approvvigionamenti influiscono sull’occupazione, accrescono l’uso della cassa integrazione e influenzano negativamente l’indotto, già in difficoltà per la riduzione delle commesse. Una situazione insostenibile per Melfi e per la Basilicata, così come in altri territori fortemente dipendenti dalla presenza di grandi realtà aziendali, nei confronti delle quali il governo non ha saputo incentivare e sostenere le attività produttive e soprattutto l’innovazione. In relazione a questa situazione non più sostenibile, ho depositato un’interrogazione parlamentare sul polo produttivo lucano: il governo ha il dovere di fornire risposte chiare e immediate. Vogliamo capire se sia stato avviato o meno un tavolo con l’azienda, che ci sembra sempre più costretta ad abbandonare gli stabilimenti italiani a loro stessi, e quali misure si vogliono adottare per garantire la continuità produttiva e l’afflusso di materiali ai plant come quello di Melfi e quali gli interventi in cantiere per garantire le dovute tutele ai lavoratori di Stellantis e anche a quelli dell’indotto. Le performances scadenti del ministro Urso sui principali dossier industriali del paese ormai le conosciamo bene: è giunta l’ora che la premier Meloni metta alla porta il suo ministro e proponga un piano di rilancio dell’automotive, abbandonando l’assurdo piano di riamo europeo, a cui il nostro governo ha aderito supinamente. Si destinino le risorse del rimando sull’industria civile e non di guerra”.

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