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Don Tommaso Latronico, 32 anni dopo: l'eredità di un Servo di Dio e testimone del Vangelo

Don Tommaso Latronico, 32 anni dopo: l'eredità di un Servo di Dio e testimone del Vangelo

Papa Giovanni Paolo II e Don Tommaso Latronico

E' stata celebrata ieri sera, nella Chiesa di Sant’Antonio da Padova, a Nova Siri Marina, una Santa Messa in occasione del XXXII anniversario della morte del Servo di Dio Don Tommaso Latronico. Un momento di profonda emozione e riflessione, presieduto da S.E. Mons. Filippo Santoro, arcivescovo emerito di Taranto, che ha voluto ricordare con parole cariche di affetto e riconoscenza la figura di un uomo che ha vissuto interamente per Cristo e per il prossimo «straordinario nell’amore con cui faceva le cose ordinarie, nell’attenzione concreta verso i giovani, nella passione per l’educazione, l'insegnamento, l’ascolto paziente e sincero». Don Tommaso, originario di Nova Siri formatosi prima in Basilicata poi all’Almo Collegio Capranica in Roma, è stato un uomo di fede intensa, che ha vissuto la sua vocazione in maniera autentica, spinta dal profondo desiderio di annunciare il Vangelo nei luoghi più quotidiani: le scuole, l'oratorio, le aule universitarie, le strade, i luoghi di sofferenza. Durante l’omelia, Mons. Santoro ha voluto sottolineare la dedizione di Don Tommaso nel cammino di Comunione e Liberazione, ricordando i tanti viaggi a Milano per incontrare Don Luigi Giussani e le ore in treno trascorse ad ascoltare le sue riflessioni e le sue preoccupazioni per un Chiesa che faticava ad essere percepita dalle nuove generazioni. Fu proprio tra i giovani della Diocesi di Tursi - Lagonegro che Don Tommaso visse il suo ministero con maggiore intensità: insegnante in alcuni Istituti scolastici del Materano, educatore, guida spirituale, testimone, amico, padre, fratello, confessore. Un punto di riferimento, capace di ascoltare, di proporre, di condividere, di tessere relazioni umane e di generare speranze. «La dolorosa malattia - ha ricordato Mons. Santoro - non ha spezzato la sua fede. L’ha resa ancora più luminosa. Don Tommaso ha offerto la sua sofferenza alla Chiesa e alle persone che amava». Nel suo ricordo non si celebra soltanto un passato esemplare, ma si accoglie l’invito a vivere con la stessa intensità ogni istante della propria vita, seguendo la strada tracciata dal Vangelo, con la stessa passione e lo stesso amore che lo hanno reso “servo di Dio”. Don Tommaso, come accade ai veri testimoni, continua ancora oggi a parlare attraverso le vite che ha incrociato e toccato. Non un sacerdote “di ufficio”, ma di cammino.

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