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Il tirocinio di Pittella? «Inopportuno»: Lacorazza dice qualcosa (ma non tutto)

Il tirocinio di Pittella? «Inopportuno»: Lacorazza dice qualcosa (ma non tutto)

Piero Lacorazza

La polemica sul tirocinio gratuito del Presidente del Consiglio regionale ed ex governatore, Marcello Pittella, presso l’ospedale San Carlo di Potenza, continua ad agitare le acque della politica lucana. Dopo le dure critiche arrivate dalle esponenti consiliari del Movimento 5 Stelle, Araneo e Verri, è intervenuto con un lungo post su Facebook Piero Lacorazza, capogruppo del Partito Democratico nel parlamentino lucano. Il tono è quello della diplomazia dem, ma il messaggio è chiaro: “La scelta di Pittella non la ritengo opportuna. E non lascio dubbi.” Tuttavia, la condanna si ferma ad una valutazione etica, senza spingersi troppo su altri terreni politici, perchè Pittella è pur sempre Pittella, a Matera è stato suo alleato (e anche di altri consiglieri regionali). Nel suo intervento, Lacorazza, respinge al mittente i sospetti di una complicità trasversale tra Pittella e il centrosinistra, avanzati dai pentastellati. “Per quanto ci riguarda – scrive – non siamo neanche dentro l’Ufficio di Presidenza e non abbiamo partecipato, nei mesi scorsi, a nomine per le quali si sono attivati i poteri sostitutivi". Il capogruppo PD legge la presa di posizione del M5S come un tentativo di “guadagnare visibilità” anche a scapito del Partito Democratico, che, a suo dire, sta lavorando con costanza alla costruzione di un’alternativa alla destra in Basilicata. Lacorazza rivendica un approccio pragmatico e aperto al confronto istituzionale, anche con convergenze occasionali su provvedimenti “nell’interesse dei lucani”, pur ribadendo una netta distanza dal governo regionale Bardi, definito “pessimo”. Nessun “soccorso rosso” in Consiglio, ricorda Lacorazza, anzi: il PD avrebbe contrastato in ogni sede la gestione della maggioranza, anche sulle recenti nomine dei garanti regionali. Sul tirocinio in sé, però, il consigliere dem non va oltre l’aggettivo “inopportuno”, evitando di cavalcare troppo lo sdegno social o di invocare azioni politiche ben più forti. Una presa di posizione, sì, il primo consigliere regionale del Pd a palesarla pubblicamente, ma con i guanti bianchi. Una condanna a mezza voce ma sicuramente meglio di niente. 

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