IL MATTINO
potenza città
01.07.2025 - 15:59
Ci sono notti che non si dimenticano. Quella in zona Epitaffio, mesi fa, è una di quelle. Una banda entra in una villa con i proprietari dentro, li immobilizza, li spaventa, li umilia. Un’azione feroce, lucida, pianificata. Un’aggressione che ricorda certe scene di “Arancia Meccanica”. A fine maggio, in via Mazzini, nel cuore della città, in pochi giorni spariscono diverse automobili. Le denunce si moltiplicano. La rabbia monta. Scippi e borseggi aumentano anche in pieno giorno. Persino nei luoghi simbolo della socialità urbana, come il Parco dell’Europa Unita, si registrano tentativi di aggressioni e furti. Famiglie, anziani, studenti: tutti nel mirino di piccoli delinquenti che agiscono alla luce del sole. I fine settimana si trasformano in un incubo per residenti e commercianti. Le vie del centro si riempiono di gruppi di adolescenti, talvolta tra fiumi di bevande alcoliche. Le risse tra “maranza” sono diventate un rituale. Non è raro sentire urla, vetri rotti e sirene. Una gioventù allo sbando, lasciata sola da tutto e da tutti, in un vuoto educativo inquietante. E come se non bastasse, ieri mattina, in via Tirreno, si è registrato un tentativo di assalto a un portavalori. Un colpo mancato, grazie allo straordinario coraggio della Polizia di Stato, ma che segna un salto di livello pericolosissimo. Non più solo microcriminalità diffusa, ma anche azioni criminali organizzate, coordinate, armate. La criminalità fiuta il vuoto e agisce. Con audacia. Nel frattempo, i cittadini si arrangiano. Vivono nella paura. Installano sistemi di videosorveglianza domestica, si chiudono in casa la sera, prediligono il garage, evitano di utilizzare il contante, in un clima di rassegnazione tossica, che mina la fiducia, la convivenza e la democrazia. Accattonaggio e donne che provano ad estorcere denaro nei pressi di noti esercizi commerciali in Viale del Basento possono solo accompagnare. E le istituzioni? Parlano. Promettono. Inaugurano. È ora di dire basta. Potenza non merita questo degrado. Non merita questo abbandono, non merita di essere percepita insicura. Le Forze dell’Ordine fanno il massimo, ma servono rinforzi e decisioni forti. Questo è un appello accorato, ma anche una denuncia sociale, culturale, educativa. Perché Potenza non è ancora perduta, ma lo sarà presto. Le chiavi della città non possono essere consegnate alla paura. Il tempo delle analisi è finito. Ora servono scelte. E coraggio. Subito.
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