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Morti bianche

Pignola, la pressa assassina

Ferdinando non ce l'ha fatta. È morto in ospedale dopo l'incidente nello stabilimento Patrone e Mongiello di Tito. Aperta un'inchiesta

Pignola, la pressa assassina

PIGNOLA- È finita oggi, in una stanza dell’ospedale San Carlo di Potenza, la breve vita di Ferdinando Roma. Aveva 35 anni. Operaio. Una famiglia che lo aspettava, un turno che sembrava uguale agli altri, in quell’azienda di Tito, la Patrone e Mongiello, dove si lavora con il metallo. Il 9 giugno scorso qualcosa è andato storto. Una pressa lo ha schiacciato. L’hanno trovato così, piegato nella carne e nel respiro, e lo hanno affidato ai sanitari del 118 Basilicata, che lo hanno portato al San Carlo. Da subito le sue condizioni erano apparse disperate. Una settimana di speranza appesa a un filo. Fino a oggi. Ora resta il dolore. E restano le domande. Come è potuto accadere? I magistrati della Procura di Potenza hanno aperto un’inchiesta. I carabinieri del Comando provinciale stanno ricostruendo ogni dettaglio. Sarà la giustizia a dire se ci sono state colpe. Ma intanto, in fabbrica e fuori, resta un silenzio che pesa più del metallo. Un’altra morte bianca. 

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