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Intervista

Benedetto Valentino: giornali, massoneria e la storia che non cambia

Benedetto Valentino: giornali, massoneria e la storia che non cambia

Benedetto Valentino, giornalista e scrittore, ha presentato sabato 24 Maggio alla Biblioteca Antoniana di Ischia il suo ultimo libro “Massoneria e Giornalismo nell’Isola D'Ischia. Dalle origini al Fascismo”, prefazione di Francesco Lubrano, Valentino editore. È questo un libro che si inserisce in un filone di ricerca portata avanti dal giornalista in venticinque anni di lavoro e che ha prodotto numerosi saggi su Ischia e sul suo essere parte integrante della Storia d'Italia.
Ischia è un'isola tutt’altro che distante dal resto del mondo, ci narra l'autore, tanto da essere molto più addentro alle cose umane di quanto sembri, a chi la frequenta solo per fuggire al quotidiano e rilassarsi alle sue terme e al suo mare.
Benedetto Valentino con i suoi libri sull’isola, che aprono spaccati di vita interessanti ed attualissimi, attraverso uno studio attento delle fonti, nel caso di questo libro attraverso i giornali e lo studio della massoneria, ce lo dimostra.

Partiamo dalla domanda più semplice e che attiene al tuo mestiere: "Come è cambiato il mestiere di giornalista dall’800, periodo storico in cui si colloca il tuo ultimo libro, ad oggi?"
«Non è cambiato perché i principi sono gli stessi, diversa sono le tecniche di comunicazione, soprattutto il modo in cui le notizie ci arrivano, e cioè in maniera incessante. Ne siamo inondati con la difficoltà di definire ciò che è vero da ciò che non lo è. È questa la svolta, se di svolta possiamo parlare.»

C’è un capitolo nel tuo libro proprio sulle fakenews, sono una scoperta recente?
«Le fakenews erano già presenti nei giornali borbonici. Erano il modo più semplice di non farle passare le notizie, e di controllare la realtà. Se è possibile documentarle è proprio grazie alla lettura attenta dei giornali dell’epoca.
È sintomatico il caso di Girolamo Milone, il prete giornalista, filo borbonico ed anti garibaldino. Girolamo Milone ebbe come padrino di cresima il principe Leopoldo di Borbone, gli alti prelati e Francesco I e Ferdinando II frequentavano casa sua. La sua attività giornalistica nasce nel 1861 e si concluderà nel 1864, quando venne messo in stato di fermo dalla polizia, per i continui sequestri de “Il Monitore”, uno dei giornali che aveva fondato.
Ma lui non si diede per vinto e dichiarò: “Tali cose avrebbero dovuto convincermi che troppo pericoloso è il mestiere di giornalista; che la proclamata libertà non era che vana parola, eppure il desiderio di dire ciò che credevo intorno alla verità, mi rese superiore ai pericoli".
Il paradosso della storia è che quando fu promulgato lo Statuto Albertino, e con esso la libertà di stampa, Milone e i giornalisti come lui furono perseguitati.»

E invece per quanto riguarda le manipolazioni delle foto, un altro dei problemi del nostro tempo, grazie anche all'IA, cosa ne pensi?
«Nemmeno questa è una prerogativa dei nostri giorni. Già allora, nell'800, le foto venivano manipolate. Lo sviluppo della fotografia non era ancora a livelli tali da permettere delle foto come noi, oggi, le conosciamo. Le foto erano ritoccate, colorate. Fu il terremoto di Casamicciola lo spartiacque. Un numero crescente di giornalisti, da tutte le parti del mondo, arrivò a Ischia, e poiché non erano ancora maturi i tempi per le foto dei cadaveri nudi e crudi, e le stesse attrezzature fotografiche pesavano più di cento chili, diventarono popolari le lastre in gelatina secca, che permettevano uno sviluppo agevole dello scatto. Tutto però doveva avvenire in una tenda, e quindi alla fine era una messa in scena, con operai e passanti che si fingevano cadaveri. Per il resto i giornali preferivano utilizzare dei disegnatori, fino a quando le imprese tipografiche non assunsero caratteristiche industriali. Una piccola nota. Il "Corriere della Sera", dopo il terremoto di Casamicciola, decise di diventare grande, aprendo sedi in altre città: aveva bucato la notizia e non voleva più incorrere in questo errore.»

In pratica il mondo dell'informazione è sempre lo stesso?
«Si con l'aggravante che c’è una decadenza delle fonti, un fatto che nel tempo si è diffuso per la massificazione di ogni cosa.»

Eppure è stato attraverso la lettura e lo studio dei giornali dell’epoca che il tuo libro ha visto la luce, come a sottolineare l'importanza dei giornali come fonti, la loro necessarietà, vale ancora oggi?
«Il libro è il frutto uno studio di dieci anni e di consultazioni non solo presso l'emeroteca Valentino che conserva i giornali di fine ‘800, circa 30.000 mila di quelli diffusi sull'isola, ma anche di consultazioni nelle più importanti biblioteche italiane.
Con l’avvento del Fascismo furono bruciati libri e registri riguardanti la massoneria, e quindi i giornali sono diventati preziosissimi per ricostruire tutto il fermento che c’era sull'isola di Ischia e la presenza della massoneria, che nasce come opposizione ai Borbone, e in concomitanza con la nascita e la diffusione dei giornali che ebbero grande impulso in Ischia e non solo. La prima tipografia ischitana è del 1902 “L'Epomeo” era il suo nome, e fu inaugurata dal sacerdote Domenico Maresca. Senza giornali, è il caso di dirlo, non si cantano messe, allora è anche adesso.»

L'Unità d'Italia è dunque una conquista massonica?
«Si ma la massoneria allora si faceva portatrice di idee libertarie, poi accadeva che si creassero logge tra loro in lotta, accade anche con Garibaldi che non fu eletto a capo della Loggia del Grande Oriente e andò in Sicilia a creare una loggia che poi diventò la mafia. La mancanza di testi ha consentito che fosse difficile fare un quadro più veritiero della realtà. Se pensiamo che a Ischia Domenico D'Ambra fu fautore di un esproprio proletario, come assessore all' annona, ci rendiamo conto di quanto la realtà fosse più complessa e vera di come è arrivata a noi.»

Ischia in cosa è cambiata?
«Non è cambiata in niente, è rimasta un’isola di destra con gli stessi gruppi familiari, dai tempi degli Spagnoli, nel ‘600. L’isola è legata al proprio passato, lo stesso motto “Iscla Fidelitatis Aeternae” rimanda ai Borbone per esempio. C’è stata sempre la presenza di logge liberali che ingaggiavano guerre culturali con la Chiesa, che sovraintendeva ad ogni cosa. A Napoli nel 1859 nasceva “ La Civiltà Cattolica”, rivista dei gesuiti e anche a Ischia furono i sacerdoti quelli che maggiormente si adoperano per la diffusione e la nascita dei giornali, della cultura. Sull'isola ci sono cento chiese, a riprova come, ancora oggi, la religione abbia un ruolo primario nella gestione del quotidiano.»

E del turismo e del problema degli abbattimenti, oggi all'ordine del giorno, cosa mi dici?
«Il più grande problema dell’essere in mezzo al mare è la mancanza di reti di comunicazione. Se vivo a Milano e devo andare ai Caraibi non ci sono problemi, in poche ore vado dappertutto, qui, da Ischia non è possibile. Non esisterà mai la possibilità di fare un turismo tutto l'anno proprio per questa ragione. Napoli, al contrario, è destinata a diventare sempre più centrale per il turismo, la massa permette uno sviluppo esponenziale. A Ischia l'erosione delle spiagge modifica l'economia. Via Roma, per esempio, dando la possibilità di passare, immediatamente, dalla spiaggia al corso principale permetteva uno sviluppo del commercio costante, oggi molte attività sono chiuse e la ragione è l'erosione delle coste con relativa diminuzione delle spiagge. Per quanto riguarda gli abbattimenti delle case serve precisare che il grosso delle costruzioni, negli anni ‘50 e ’60 è stato di carattere non abitativo, per quanto gli abusi ci siano stati, ma più per costruire gli alberghi, che oggi diventa sempre più difficile riempire.»

La classe politica come risponde?
«Partiamo da un altro presupposto e cioè che in Italia non esistono delle vere e proprie radici, in pratica l'Italia è l'unico paese d'Europa senza un Padre della Patria, e quindi senza uno spirito unitario di riferimento che comprenda tutti i cittadini»

Nel 2025 si festeggia il 46esimo anno del Premio Ischia di Giornalismo -Giuseppe Valentino, cosa ci vuoi dire?
«È un premio che nasce negli anni ‘79/’80 e che è diventato sempre più internazionale, per il suo essere ponte tra l'isola è l'Europa. Da quest'anno e per i prossimi tre anni il Presidente sarà Giampiero Massolo e questo ci riempie d'orgoglio. La manifestazione si svolgerà il 20 e il 21 giugno a Lacco Ameno.
I giornalisti internazionali premiati saranno: Anton Troianovski, direttore, della sede di Mosca de “The New York Times”, due premi Pulitzer, è il vincitore del Premio Ischia Internazionale di giornalismo 2025, mentre il premio Ischia europeo è stato assegnato alla redazione del sito “Politico.eu”, diretta da Kate Day. Ischia in tutto questo rappresenta solo la cornice.»

Un'ultima cosa alla luce del tuo libro e di questa nostra chiacchierata, tutto quello che accadde con “Il Corriere della Sera” e con la P2 negli anni '80, sembra un déjà vu, alla luce del tuo libro e dei tuoi studi.
«È così, non accadde niente di nuovo ed è per questo che ricostruire questo passaggio tra la nascita dei giornali e la massoneria era così importante. È uno studio che non era mai stato fatto e che permette di fare chiarezza sul nostro di mondo, restituendo anche ai giornali una dignità, per lo sforzo che hanno sempre fatto di raccontare la realtà nella sua pluralità e in tutte le sue sfumature, massoneria compresa.»

Benedetto Valentino 63 anni, due figlie. Giornalista dal 1988. Dopo gli studi in Giurisprudenza alla "Federico II", è assunto da "Il Tempo", sotto la direzione di Gianni Letta, e lì si occupa di cronaca, di politica e di economia. Nel 1990 passa a "Il Mattino" di Pasquale Nonno, dove rimane fino al 2000. Dal 1988 ha dato vita alla Fondazione Premio Ischia Internazionale di Giornalismo, giunta alla 46^edizione, sotto l’Alto Patronato della Presidenza della Repubblica.
Dal 2009 al 2012 è stato responsabile dei Rapporti istituzionali di SIMEST, la finanziaria di sviluppo e promozione delle attività delle imprese italiane all’estero, presente in 144 paesi.
Con la Valentino Comunicazione ha curato gli eventi di varie campagne pubblicitarie per: Coca Cola, ENEL, SNAI, Istituto di credito sportivo, Autostrade per l’Italia e di altre societa multinazionali. Dal 1990 al 1994 ha collaborato con la STET, presieduta da Biagio Agnes.
Ha collaborato con la “Robert F. Kennedy Foundation" ed è stato vice presidente del "Festival dei Cinque Continenti", presieduto da Gianluigi Rondi. È nel comitato scientifico di Databenc, primo e unico distretto dell’Alta Tecnologia applicata ai Beni Culturali, che conta 400 aziende e le 5 Università della Campania. Ha fondato il distretto turistico dell’Isola D’Ischia. È organizzatore, da oltre 13 anni, de “La penna d’oro”, premio attribuito dalla Repubblica Italiana, sotto il patrocinio de la Presidenza del Consiglio, a chi si è distinto nella diffusione della cultura del Paese nel mondo.
Autore di numerosi libri sulla storia delle isole del Mediterraneo, e in particolare dell'isola d' Ischia, ha partecipato, come relatore, alle cerimonie per i 150 Anni dell’Unità d’Italia.

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