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Primarie dei giovani, risultato vecchio: Cifarelli e il disgiunto amaro per un ballottaggio in salita

Primarie dei giovani, risultato vecchio: Cifarelli e il disgiunto amaro per un ballottaggio in salita

Il dem Roberto Cifarelli al ballottaggio. Sì, ci arriva. Ma ci arriva logorato, appesantito da una campagna elettorale senza grande slancio, da un’alleanza confusa e da un voto disgiunto che ha messo in evidenza una fiducia "mutilata" da parte dell’elettorato. Il suo approdo al secondo turno non è un trionfo, ma un risultato minimo, un 6 politico, dopo un’operazione che ha scontentato un pò tutti. E pensare che tutto era cominciato sotto il segno del cambiamento: le primarie “dei giovani”, presentate come simbolo di una nuova visione e di un nuovo metodo si sono trasformate in una passerella per vecchie logiche, vecchi protagonisti e franchi tiratori. Intorno al nome di Cifarelli si è assemblata una coalizione eterogenea e contraddittoria, che ha visto rientrare in scena Marcello Pittella, le truppe di Chiorazzo, pezzi di Forza Italia con Casino, e un civismo disorientato. Il simbolo del Pd, addirittura, è rimasto formalmente nel cassetto, come se ci si vergognasse della propria identità e che ha contribuito a rendere Cifarelli il candidato di tutti e di nessuno. L’operazione è sembrata più un tentativo disperato di sommare voti che un progetto politico credibile. E gli elettori l’hanno capito. La prova? Il massiccio voto disgiunto. Molti hanno votato le liste collegate a Cifarelli, ma sulla scheda, per la scelta del sindaco, hanno voltato le spalle. È il segno di un’adesione forzata, dovuta, tattica, non reale. E ora? Ora Cifarelli dovrà vedersela al ballottaggio con Antonio Nicoletti che arriva più compatto, più coerente e decisamente più in salute. Nicoletti ha intercettato un bisogno di chiarezza e concretezza che Cifarelli non è riuscito a rappresentare, stretto tra troppi compromessi politici, spiegando — senza riuscirci — perché una coalizione di centrosinistra dovesse includere pezzetti di centrodestra o che a Via Verrastro governano in maggioranza col centrodestra. Il secondo turno sarà una corsa tutta in salita. Non solo contro Nicoletti, ma contro la percezione — ormai diffusa — che la candidatura di Cifarelli sia il simbolo di un centrosinistra smarrito, impaurito e disposto ad allearsi con chiunque. Certo, tutto è ancora aperto. Ma se la formula rimane questa, costruita con vecchi ferri del mestiere, sarà dura convincere i materani. 

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