IL MATTINO
Potenzacittà
18.05.2025 - 10:58
Municipio di Potenza
La storica Parata dei Turchi di Potenza, simbolo identitario e momento di forte coinvolgimento popolare vedrà quest’anno due figuranti principali: Civuddin e Visir. Un “doppio turbante” che lascia più di qualche perplessità, non solo per l’inedita scelta, ma per ciò che essa rappresenta. Per capire l’origine di questo scenario surreale occorre fare un passo indietro: era marzo quando tentarono di sostituire il figurante nella veste di Gran Turco, scelta che generò aspre polemiche e che si concluse con una surreale scenetta pubblica in una nota gelateria del capoluogo, dove il sindaco e l’assessore cercarono di ridimensionare il caso con toni da commedia. Ed eccoci ad oggi, con una scelta che ha il sapore amaro dell’improvvisazione. Due ruoli, due costumi, una parata. Sembra l’ennesimo episodio di un’amministrazione che, in poco più di un anno, ha saputo distinguersi certamente per teatralità e autoreferenzialità. Insomma un casting permanente, dove la forma è tutto e la sostanza un dettaglio trascurabile. Ciò che colpisce, forse ancor più della scelta in sé, è il silenzio generale. Nessuna indignazione della dirigenza politica, nessuna voce fuori dal coro. Come se tutto fosse normale. Eppure la politica – e a maggior ragione l’amministrazione – dovrebbe muoversi su altri binari: in primis la sobrietà. Invece ci si muove a colpi di trovate sceniche mentre la città continua a fare i conti con problemi ben più concreti. Una Potenza trasformata in un palcoscenico non lascia dubbi sul futuro da commedia tragica.
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