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Minacce con la pistola e botte al benzinaio: presi i rapinatori della notte di paura a Policoro

Una serra in casa per la coltivazione di marijuana: arrestato un 53enne a Policoro

Due uomini di Adelfia (Bari) di 28 e 43 anni, già noti alle forze dell'ordine, e una 23enne di Nova Siri (Matera) sono stati arrestati dai carabinieri, con le accuse in concorso di tentata rapina pluriaggravata, rapina pluriaggravata, detenzione e porto illegale di armi, per due episodi a mano armata commessi a gennaio del 2024 ai danni di un ristorante bar e di un distributore di carburanti a Policoro, in provincia di Matera. I fatti sono avvenuti nella notte del 25 gennaio dello scorso anno, con modalità analoghe, a distanza di un'ora l'uno dall'altro. Un colpo non è riuscito mentre una rapina è andata a segno e c'è stata anche l'aggressione al benzinaio. I malviventi hanno agito a bordo di un suv e armati di pistola. Hanno avuto come complici un paio di persone che in entrambe le circostanze hanno avuto il compito di fare da palo e avvisare se ci fossero stati interventi delle forze dell'ordine. Il primo colpo, in un ristorante bar, è fallito per la pronta reazione del ristoratore che, dopo aver notato le persone sospette, ha urlato che stava chiamando i carabinieri, costringendoli a fuggire. Nel secondo caso, i malviventi hanno rapinato il benzinaio, dopo averlo minacciato con le armi, colpito alla nuca e fatto cadere a terra. Quindi gli è stato tolto il portafoglio con 1.400 euro, oltre ai documenti. In questo secondo caso hanno agito in tre, incappucciati, due di essi armati con pistole. Le indagini dei militari della compagnia di Policoro, con l'esame di immagini di videosorveglianza, analisi del traffico telefonico e servizi di appostamento, hanno permesso prima di individuare un suv sospetto, notato a fare rifornimento poco prima della rapina. Quindi sono stati identificati coloro che hanno utilizzato il veicolo. I carabinieri hanno eseguito ordini di arresto. Il 43enne è finito in carcere a Matera mentre l'altro è già detenuto nel carcere di Foggia dove gli è stato notificato il provvedimento; la donna, invece, è stata sottoposta agli arresti domiciliari, con uso del braccialetto elettronico.

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