IL MATTINO
L'intervista
22.04.2025 - 15:44
Antonio Vigilante, ingegnere con un master in Project manager della Pubblica amministrazione, dal 2019 al 2024 vicesindaco e assessore ai Lavori pubblici e urbanistica della Città di Potenza, attualmente consigliere comunale di Fratelli d'Italia, nell’ultimo consiglio comunale ha partecipato attivamente al dibattito per l’individuazione del sito dove allocare la piscina olimpionica.
Consigliere, quali requisiti fondamentali ritiene debba possedere un’area destinata ad ospitare una piscina olimpionica nel capoluogo?
«Un’infrastruttura sportiva di rilevanza come una piscina olimpionica richiede un approccio sistemico e lungimirante, che tenga conto non solo degli aspetti urbanistici e funzionali, ma anche della sostenibilità economica e ambientale. Si tratta di un’opera strategica, in grado di produrre impatti positivi sull’attrattività territoriale e sulla qualità della vita.
Nel contesto della città di Potenza, l’opportunità di localizzare la struttura in prossimità dell’impianto di teleriscaldamento, in fase di realizzazione in collaborazione con Sider Potenza, rappresenta una scelta strategica: il riutilizzo del calore residuo dell’acciaieria – che può garantire oltre 1.500 kW termici – può coprire ampiamente il fabbisogno energetico dell’impianto (stimato in circa 250 kW), riducendo significativamente i costi di gestione e rendendo superflua l’installazione di sistemi autonomi di cogenerazione».
Qual è la visione generale che propone per lo sviluppo degli impianti sportivi nella città di Potenza?
«Lo sviluppo dell’impiantistica sportiva deve poggiare su una duplice direttrice: da un lato la gestione efficiente delle strutture esistenti, dall’altro una programmazione strategica che consenta di elevare la qualità dell’offerta sportiva. Gli impianti sportivi devono essere considerati veri e propri presìdi sociali, capaci di generare inclusione, benessere e crescita economica.
Nel breve periodo, occorre garantire la piena funzionalità degli impianti attuali, attraverso manutenzioni mirate e interventi sull’accessibilità. A livello strategico, invece, l’obiettivo è dotare la città di strutture in grado di ospitare eventi di rilievo e attrarre investimenti, intercettando risorse da programmi nazionali ed europei, in sinergia con le realtà sportive e imprenditoriali del territorio».
Quali elementi di attenzione ritiene debbano essere considerati nella scelta dell’area ex Cip Zoo per la piscina olimpionica?
«La destinazione dell’area ex Cip Zoo alla realizzazione della piscina olimpionica merita un’attenta valutazione preliminare, soprattutto alla luce della pregressa destinazione d’uso. Sebbene risulti bonificata da coperture in MCA nel 2015–2016, le indagini effettuate sono state di tipo superficiale. Per garantire la piena idoneità del sito, ritengo doveroso avviare fin da subito accertamenti ambientali approfonditi, anche in profondità, per escludere la presenza di eventuali residui interrati o criticità pregresse. Solo un’analisi tecnica dettagliata può offrire le garanzie necessarie a procedere con serenità e responsabilità nella fase progettuale».
Durante il suo mandato da vicesindaco, quali proposte sono state avanzate per la riqualificazione dell’area?
«Nel corso del mandato amministrativo, su impulso del sindaco Guarente, fu avviato un dialogo con la Regione Basilicata finalizzato a definire una visione condivisa per la rifunzionalizzazione dell’area ex Cip Zoo. Nel 2021, fu elaborata una proposta progettuale in ambito PNRR – Misura “Ecosistemi dell’innovazione territoriali” – che prevedeva la creazione di un hub formativo e tecnologico, in partenariato con player internazionali come Cisco e Bosch. L’obiettivo era quello di promuovere competenze digitali, imprenditorialità giovanile e innovazione, in sinergia con l’area produttiva di Tito Scalo. Purtroppo, difficoltà tecniche relative al ruolo di capofila, che doveva essere un ente di ricerca accreditato, ne hanno impedito la realizzazione. Tuttavia, quella visione resta attuale e potrà essere ripresa nell’ambito di nuove opportunità di programmazione».
Quali azioni concrete ritiene possano essere intraprese nel breve termine per valorizzare l’area ex Cip Zoo?
«L’area si colloca in una zona strategica della città, in transizione verso nuove vocazioni urbane. Nell’immediato, si potrebbe avviare una revisione urbanistica che attribuisca al Comune la piena titolarità della pianificazione, in coordinamento con i Dipartimenti regionali competenti. In parallelo, è auspicabile la rimozione dei manufatti esistenti, restituendo alla comunità uno spazio aperto e versatile, da riutilizzare secondo i principi dell’urbanismo tattico. L’area potrebbe temporaneamente ospitare eventi pubblici, attività aggregative e il mercato cittadino mensile, contribuendo alla riattivazione urbana e sociale dello spazio, in attesa di una riconversione strutturale di più ampio respiro».
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