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Poteri ministeriali sostitutivi in caso di gravi inadempienze delle Regioni sulle liste d'attesa nella sanità: questa la partita che si gioca tra il ministro della Salute e le Regioni

Al centro, il decreto attuativo, atteso in Conferenza delle Regioni, che prevede l'attivazione del ministero attraverso l'Organismo di verifica e controllo sull'assistenza sanitaria istituito alla Salute, le cui competenze sono state già state modificate per cercare di recepire le istanze dei territori

Poteri ministeriali sostitutivi in caso di gravi inadempienze delle Regioni sulle liste d'attesa nella sanità: questa la partita che si gioca tra il ministro della Salute e le Regioni

Il punto dell'assessore alla Salute, politiche della Persona e Pnrr della Regione Basilicata Cosimo Latronico: CLICCA QUI

"Troviamo una mediazione e definiamo la questione sul piano tecnico", in particolare sulle casistiche e i termini temporali dell'applicazione di questi poteri sostitutivi, chiedono oggi le Regioni in una lettera inviata al governo. Non c'è "un braccio di ferro politico", tengono a precisare nel documento firmato dal coordinatore della Commissione Salute, l'assessore dell'Emilia Romagna Massimo Fabi. Ma la polemica si accende, specie invece sul piano politico. "Ormai anche i governatori di destra accusano il governo di non aver stanziato risorse adeguate e di non avere un piano concreto, come dimostra il litigio tra il ministro Schillaci e il presidente Fedriga", dice la segretaria del Pd Elly Schlein. "Giorgia Meloni - prosegue Schlein - rimetta i piedi a terra perché gli italiani che non si possono permettere di andare dal privato rinunciano a curarsi, e sono ormai 5 milioni". "Nessun litigio con Fedriga anzi massima collaborazione", afferma in una nota dalle parole decise il ministro della Salute Orazio Schillaci aggiungendo di aspettarsi dall'opposizione "collaborazione concreta più che disinformazione". "La rabbia verbale di chi si oppone ai nostri sforzi - prosegue Schillaci - dovrebbe andare verso chi preferisce i gettonisti", verso chi non vuole trasmettere i dati di monitoraggio sui tempi d'attesa o chi usa 'liste di galleggiamento' "per non mostrare la vera realtà". Dalle fila del Pd, da Boccia a Piero De Luca, a Ricci, Lando, Lorenzin, Fina, Zampa, Manzi, Zan, Serracchiani, Braga, Bonafoni, Graziano, l'accusa al governo di "fallimento sulla pelle dei cittadini" e di scaricare la colpa sulle regioni. "Dopo aver smantellato la sanità italiana, le opposizioni - replica il senatore di Fratelli d'Italia, Giorgio Salvitti - dimostrano ignoranza sulle competenze, che per la sanità sono regionali". Liguria, Basilicata, Lombardia, Lazio, Piemonte, Marche, Veneto, Toscana, ad esempio, come evidenzia Schillaci, "mostrano come i risultati si ottengano quando la serietà coincide con l'applicazione delle leggi". La Regione Lazio nel 2025 ha evaso oltre 700mila richieste, pari a oltre il 95% con un calo dei tempi di attesa del 70%. In Piemonte 25mila prestazioni recuperate in poco più di un mese. Ma ora è urgente sciogliere i nodi sulla questione poteri sostitutivi. Se non si raggiungesse un accordo l'ipotesi sul tavolo, anticipata dal Sole 24Ore, è che il governo possa procedere anche senza il sì dei governatori. Questo grazie a un passaggio in Consiglio dei Ministri che potrebbe vararlo con una delibera motivata, "già forse venerdì prossimo", scrive il quotidiano di Confindustria. Nel frattempo sono arrivati altri tasselli del piano liste d'attesa. Nella Gazzetta ufficiale dell'11 aprile è stato pubblicato il decreto sulle linee guida della Piattaforma nazionale delle liste d'attesa e criteri di interoperabilità con le piattaforme regionali mentre l'Aula del Senato, ieri, ha approvato il Disegno di legge per le prestazioni sanitarie con norme sull'istituzione e il funzionamento del sistema nazionale che gestisce le liste di attesa, i meccanismi per la loro riduzione e il reclutamento del personale sanitario. Provvedimento che ora passa alla Camera.

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