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sanità lucana

Medici di base, Basilicata promossa

Per la Fondazione Gimbe il rapporto ottimale è pari ad un professionista ogni 1.200 assistiti. In Basilicata al netto delle aree interne non si registrano particolari criticità anche se il 29,3 per cento dei camici bianchi ha oltre 1.500 assistiti. Un dato da inserire, talvolta, nel contesto geografico e fiduciario riposto nel medico. La proporzione complessiva tra medico e paziente, tuttavia, insieme al Molise e alla Sicilia, è la migliore d'Italia

Medici di base, Basilicata promossa

Al primo gennaio 2023, i 37.260 medici di medicina generale avevano in carico quasi 51,2 milioni di assistiti con una media di 1.374 assistiti ciascuno e variazioni significative tra le regioni. Si passa dai 1.100 pazienti per medico del Molise ai 1.548 della Provincia autonoma di Bolzano. Quest'ultima precede Veneto (1.546 pazienti in media per ogni medico di famiglia), Lombardia (1.529) e Friuli-Venezia-Giulia (1.460). Davanti a Molise si piazzano la Basilicata con 1.119 assistiti e la Sicilia con 1.161 unità

La scelta fiduciaria del medico di base

Il medico di base è la figura di collegamento tra cittadino e servizio sanitario. Questi medici non sono dipendenti “pubblici” delle aziende sanitarie locali, ma sono liberi professionisti che prestano i loro servizi dietro uno specifico accordo, operano cioè in “convenzione” con il Servizio Sanitario, valutando le cure e gli approfondimenti necessari per i pazienti, regolando l'accesso ad esami, visite specialistiche, ricoveri e trattamenti (farmacologici e non). Può assistere fino a un massimo di 1.500 pazienti (ma fino a 1800 nelle aree dove c’è carenza) e deve garantire l’apertura dello studio per 5 giorni alla settimana. Al compimento dei 14 anni d’età ogni cittadino è tenuto a scegliere il proprio medico di famiglia. La scelta è possibile anche a partire dal sesto anno d’età, qualora i genitori desiderino spostare il figlio dal pediatra al medico di base. Per scegliere il medico di base si può accedere al proprio fascicolo sanitario elettronico (dove è possibile effettuare il cambio del medico direttamente on-line), oppure si può consultare l’elenco dei medici convenzionati che si trova negli uffici delle Aziende sanitarie territoriali o sui siti internet delle stesse e recarsi all’Ufficio anagrafe sanitaria del Distretto sanitario di residenza. Nei grandi Comuni dove operano più aziende sanitarie locali è evidente che l’ambito territoriale coincide con una frazione del Comune stesso, mentre nel caso in cui la Asl sia pluricomunale non appare ammissibile un potere di scelta infra circoscrizionale, cioè ristretto a una parte soltanto del territorio su cui insiste l’azienda sanitaria: ciò infatti comporterebbe, a parte una limitazione del potere di scelta non consentita dall’art. 25 L. 833/1978, anche un’evidente disparità di trattamento tra cittadini e sanitari di grossi centri e quelli residenti in piccoli comuni, poiché a questi ultimi verrebbe attribuito un bacino di utenza più limitato con evidenti conseguenze sul libero esplicarsi dell’attività professionale e sui profili della capacità e dell’esperienza del medico. "Prima di tutto nella riforma che stiamo mettendo a punto, insieme a tutte le Regioni, la libera scelta del cittadino del proprio medico di fiducia resta. E il passaggio alla dipendenza pubblica vale solo per i medici che subentreranno d'ora in avanti, mentre gli altri potranno scegliere se restare o meno liberi professionisti legati da un rapporto di convenzione. In ogni caso quello che noi 21 governatori chiediamo è di poter governare le ore di lavoro che paghiamo ai medici. Ovviamente ognuno secondo le modalità adeguate alla propria realtà territoriale e alle diverse sensibilità. Eravamo abituati al medico che ci veniva a visitare a casa. Oggi quel mondo non c'è più. I nostri anziani e le persone con più malattie croniche hanno a loro disposizione due o tre ore al giorno per cinque giorni alla settimana per ottenere una visita o una ricetta. Così non va". Spiegava il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca in una recente intervista al quotidiano la Stampa nell'edizione on line dello scorso 14 febbraio, rispondendo alle accuse mosse dai medici di base di voler rompere il rapporto fiduciario con i cittadini. 

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