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Analisi

Autovelox a Potenza: dalle promesse ai 2 milioni di buoni motivi per non toccarlo

Il solito copione: grandi promesse in campagna elettorale, poi il silenzio assoluto una volta conquistata la poltrona

Autovelox a Potenza: dalle promesse ai 2 milioni di buoni motivi per non toccarlo

Il caso dell’autovelox di contrada Varco d’Izzo a Potenza è l’ennesima dimostrazione di come le parole volino via più veloci di un’auto fuori limite. Prima delle elezioni, Smaldone e Telesca tuonavano contro il famigerato autovelox, giurando che l’avrebbero rimosso appena eletti. Un ingiusto balzello, dicevano, una trappola per gli automobilisti, una macchina da ricorsi (per lo più vinti). Insomma, sembrava quasi una crociata.

E invece, otto mesi dopo, non si è mosso un bullone. Forse perché i 2 milioni di euro incassati lo scorso anno grazie alle multe non fanno poi così schifo?

Nel frattempo, Telesca, che il 2 maggio 2024 proclamava a gran voce “Basta prendere in giro i potentini”, sembra aver dimenticato il concetto di coerenza. La promessa di “restituire giustizia e sicurezza” è diventata carta straccia, buona giusto per incartare le solite scuse politiche.

E dire che una soluzione di buon senso esisterebbe: alzare il limite da 70 a 90 km/h e far intervenire l’Anas per eliminare l’interferenza con la complanare. Ma no, meglio far finta di nulla, tanto chi vuoi che se ne accorga?

Un’altra gloriosa storia di promesse al vento. O, meglio, di soldi che piovono nelle casse comunali.

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