IL MATTINO
I nodi della politica
12.02.2025 - 18:40
Roberto Cifarelli
Roberto Cifarelli ci aveva provato. E sembrava pure convincente. Con un gesto che lui stesso ha definito «disperato», si era autosospeso dal Partito democratico lo scorso 14 gennaio. Perché? Per protestare contro «l’assenza di un dibattito interno» e contro «un partito fermo in logiche di autoconservazione». Insomma, una struttura fossilizzata, chiusa, incapace di autoriformarsi. Ma oggi è arrivata la sorpresa: Cifarelli ha annunciato trionfalmente il suo ritorno alla casa madre, come se niente fosse. Durante la conferenza stampa a Potenza il consigliere regionale ha spiegato che il suo gesto era stato, in realtà, «un disperato gesto d’amore». Un amore tormentato, si direbbe, visto che dopo poco più di un mese ha deciso di rientrare. Non per improvvisa fiducia nel partito che aveva appena criticato, ma perché ha ricevuto «tanti attestati di stima». Non sia mai che uno rimanga troppo a lungo fuori dal giro. E poi, diciamolo: con le elezioni comunali di Matera all’orizzonte, meglio essere dentro che fuori. Ovviamente, Cifarelli non è sceso in campo per una poltrona. No, lui si batte per la democrazia, per la trasparenza, per i cittadini di Matera. Per questo ha subito chiarito di essere a favore delle primarie: che i cittadini scelgano «persone libere». Una dichiarazione che, letta tra le righe, lascia intendere che fino ad oggi il Pd di libertà ne abbia lasciata poca ai suoi iscritti. Ma non si preoccupi l'elettore materano: ora c’è lui a garantire un «progetto politico chiaro». Parole che, dette in un partito che negli ultimi anni ha cambiato più strategie di un camaleonte, suonano come ottimistiche. Cifarelli sogna anche un confronto con Elly Schlein. Le vuole spiegare che «i modelli politici devono essere adattati ai territori». Traduzione: la segretaria nazionale ascolti un po’ di più chi sta sul campo, perché Matera non è Roma. Un’idea che potrebbe anche avere senso, se non venisse da chi, fino a ieri, lamentava l’assenza di dibattito interno e oggi è già pronto a rientrare come se nulla fosse. Alla fine, il vero spettacolo non è la politica, ma il teatro dell’assurdo a cui il Pd ci ha abituato. Cifarelli, prima critico feroce del partito, ora torna nei ranghi, con la stessa enfasi con cui si era autoesiliato. E il copione si ripete: grandi dichiarazioni, indignazioni temporanee, rientri strategici. Del resto, il Pd è il Pd, e l’eterno ritorno dei suoi soloni è una certezza. Il cambiamento? Può aspettare.
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