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Il teatrino milanese, se non vai alla Bit non sei nessuno

Il teatrino milanese, se non vai alla Bit non sei nessuno

Mentre la Basilicata si trova affogata nelle sue beghe quotidiane, chiedere ad agricoltori, metalmeccanici, pendolari, giovani in fuga e non riesce - numeri alla mano - a decollare neppure con le ali del turismo, la politica lucana e il suo discutibile sottobosco si affanna nell'annuale pellegrinaggio meneghino, nel segno della sorridente convegnistica in trasferta, a colonizzare la Bit perchè se non sei lì, beh, in qualche modo non sei nessuno. Uno status symbol come il Rolex o la Mercedes, un palcoscenico obbligato per tutti coloro che, diversamente, non avrebbero modo di dimostrare il loro "impegno" nei confronti del territorio come se il futuro della regione si giochi tutto in un weekend all'ombra della Madonnina con il vestito della domenica e qualche brochure patinata. Eppure - a guardare qualche foto e fermo immagine - il teatrino milanese diventa il luogo ideale dove tutti si ritrovano per scambiarsi pacche sulle spalle, sfoggiare il buon lavoro del dentista e lanciare dichiarazioni altisonanti. Un bel mix di selfie, apparenza e vacuità, condito da sprazzi di inutilità. A Milano, tutto sembra facile. Ma la vera sfida è far sì che la Basilicata non si riduca a una fiera di promesse mai mantenute, di realtà scomode che continuano ad essere messe sotto il tappeto perchè in fin dei conti lo sanno anche gli scolaretti che le bellezze naturali e il patrimonio culturale della nostra terra sono insufficienti se mancano le infrastrutture, i servizi e un minimo di organizzazione, basti pensare, ad esempio, al dramma sofferto dalle strutture ricettive a causa del pasticcio del Camastra o al caos, con sci e slittini al seguito, in quel di Pierfaone dopo la prima nevicata stagionale per avere un quadro della situazione nel quale, invece, brilla - per modo di dire - il turismo sanitario dei lucani verso le strutture del nord Italia. La Bit non ci salverà, come non ci ha salvato negli ultimi anni: la passerella del narcisismo lucano è l’unica cosa che continua a camminare dritta verso il baratro, tra uno stand e l'altro.

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