IL MATTINO
Analisi
13.11.2024 - 11:59
Donald Trump
Donald Trump è il nuovo Presidente degli Stati Uniti e la cosa per quanto possa sembrare strana, alla gran parte delle persone (per via del fatto che Donald Trump è un tycoon con idee tutt'altro che progressiste, e con una propensione alla gestione della propria carica troppo personalistica, da risultare sospetto, quanto meno) è meno strana di quanto sembri.
In America, se da una parte il Presidente ha in sé anche il potere di “scatenare le guerre”, dall'altra il suo essere espressione delle lobby, in America votano i grandi elettori, i lobbisti appunto, e loro determinano l'andamento del mandato presidenziale, lo rende più “ingessato” di quanto sembri, al punto che, poi, al di là dei proclami e dei comportamenti scorretti, è estremamente improbabile che uno come Donald Trump possa scatenare il finimondo. Semplicemente perché è talmente pragmatico e determinato da sapere che in caso di finimondo non ci sarebbe scampo nemmeno per lui, e anche perché è stato opportunamente imbracato, da una donna.
Avere un sistema bipolare da un punto di vista politico, e cioè avere “stabilito” che sono due i partiti a fronteggiarsi in qualsiasi competizione: i progressisti e i conservatori, semplifica ogni ragionamento, e pure ogni modalità comportamentale. A ruoli invertiti i partiti tenderanno ad omologarsi, con lo scopo nemmeno così nascosto di mantenere l'ordine costituito, e quindi la supremazia dell'Occidente (di cui gli Stati Uniti si sono posti a guardia) con qualche guerra di tanto in tanto, per poi rimettere ordine allo stesso modo, e cioè attraverso l'economia di mercato, soprattutto oggi che la Cina, l'India e la stessa Russia hanno fatto, a loro volta, del mercato la loro religione, come gli USA.
Diventa evidente come Donald Trump in questo grande magma sia perfettamente funzionale, più di quanto non lo fosse Kamala Harris, che risente innanzitutto del fatto di essere stata la vice di John Biden, un presidente non proprio brillante, e poi di essere molto meno potente di Donald Trump, vedi trasparente, cose queste che in America hanno il loro perché.
A riscrivere brevemente questa vittoria, in maniera sicuramente molto elementare, si comprende come il “problema Trump” sia per la maggior parte dell'opinione pubblica europea una questione morale che, per quanto gli americani siano puritani, non li tocca, in questo caso, in maniera profonda, proprio perché Donald Trump incarna l'America, quella che sogna di farcela e che per questa ragione si è posta sempre in testa al mondo.
Rimane il problema morale, che non è solo americano ma delle democrazie avanzate, a cui anche l'Italia, come paese, appartiene, perché da quando la gestione della cosa pubblica è diventata un enorme dibattito sulla moralità, la macchina statale, e con essa la politica, si sono ingolfate al punto di avere perso anche lo smalto e il brio della contrapposizione ideologica, che tanta importanza ha sia per gli elettori (li fa ragionare) sia per i politici stessi (grazie alla contrapposizione ideologica i politici potrebbero avere una vera bandiera da sventolare, non solo delle idee scontate e rimasticate da proporre) perché la morale e la moralizzazione dei costumi, senza una concezione consapevole del reale e della sua dimensione politica, sono poca roba.
Ed infatti è qui che cascano tutti gli anti Trump, perché Trump la realtà la conosce, al punto di nascondersi sotto i propri vizi per potere dominare ancora meglio la scena pubblica.
I vizi sono sempre più bene accetti delle virtù, nelle democrazie dei consumi, ed è il vizio che oggi più di ieri determina le vittorie in politica.
A differenza di chi crede che solo chi dovrebbe distinguere il bene dal male, e quindi dovrebbe poi operare per il bene (il magistrato, in Italia, il giudice, in America) possa essere il vero e unico depositario della legge e dell’onestà. E questo fatto è diventato il tratto distintivo delle democrazie, per la gran parte delle persone, che sotto il grande ombrello della "giustizia" si insediano saldamente.
Un falso non solo ideologico, ma pure una truffa bella e buona.
Jean Starobinski ci viene in aiuto, per spiegarci in maniera piuttosto semplice come questo non sia possibile ma come sia assolutamente errato.
Uno degli autori su cui si è più impegnato è stato Jean Jacques Rousseau, per quel suo essersi messo a condannare l'apparenza sociale, tipica delle moderne democrazie, un’apparenza mascherata, necessaria all'individuo per dimostrare agli altri una diversità che non gli appartiene ma che per esigenze sociali ha interesse a fare credere di avere.
Il libro in cui ha messo in evidenza questo meccanismo è «Jean-Jacques Rousseau. La trasparenza e l’ostacolo» (1975 ), proprio perché all'interno di tutte le sue analisi su Jean Jacques Rousseau (ha scritto anche altro su di lui) ha ben spiegato come questa maschera sia proprio lo stesso sistema sociale, sistema che deve permeare tutto e tutti, dando l’impressione che ci siano continuamente degli intoppi, (nel caso di Trump l’intoppo sarebbe l'eccesso di decisionismo che diventa conservatorismo/nazionalismo/
Questo è il meccanismo di cui le società in cui viviamo si sono alimentate con la ripartizione di ruoli nello Stato moderno designata da Montesquieu.
Del resto le costituzioni liberali stabilendo una distinzione, tra i diversi rami dello Stato, prevedevano di dovere fare fronte all’invadenza e al bisogno dei vari poteri di trasmigrare, al punto di volere cambiare maschera, ma non avevano fatto i conti con il diverso modo con cui la società si sarebbe sviluppata, grazie all'economia di mercato e alla sua tendenza all’omologazione, e di come di fronte alle difficoltà di imbrigliare una realtà sempre più disomogenea, l’aggravante non sarebbe stato più lo Stato in toto, ma il bisogno omologo di farsi giustizia.
Per questa ragione uno come Trump diventa maschera e attore, proprio perché i suoi vizi non li nasconde, diventando così trasparente e per questo accettabile.
Operazioni vecchie quanto il mondo solo che Jean Jacques Rousseau e con lui Jean Starobinski ci hanno detto che la trasparenza della maschera è stata infranta perché rivelata, e che l’unico ostacolo rimasto non è la giustizia o la società, ma la salvaguardia dell'integrità dell'uomo e su questo servirebbe concentrarsi per tutto il tempo che verrà.
Ps: dietro al successo di Donald Trump c’è la mano e il potere, enorme, di una donna, Susan Summerall Wiles, detta Susie, eminenza grigia del Partito Repubblicano, che portò alla vittoria anche Ronald Reagan. e quindi appare evidente come la “trasparenza” di Donald Trump non sia altro che potere incarnato attraverso la sua maschera del tycoon. insomma è l'eterno gioco di ruolo, che questa volta però si manifesta attraverso il potere femminile. è Susie Wiles il nuovo capo gabinetto della Casa Bianca, la prima volta nella storia del paese, e forse il suo essere integra donna di potere è la vera grande svolta in America.
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