IL MATTINO
07.10.2024 - 18:41
Le disuguaglianze educative, particolarmente accentuate nel Sud Italia, stanno trovando risposte concrete grazie agli interventi del Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr). Secondo l'analisi di Save the Children, nel rapporto "Scuole disuguali", le risorse del Pnrr stanno contribuendo a colmare i divari nelle infrastrutture scolastiche. Mense, palestre e tempo pieno migliorano la qualità dell'educazione e svolgono un ruolo cruciale nel ridurre la dispersione scolastica e promuovere l'uguaglianza sociale, offrendo maggiori opportunità soprattutto alle bambine e ai bambini provenienti da contesti svantaggiati.
La povertà educativa è una condizione che limita le opportunità di apprendimento e sviluppo nell’infanzia e nell’adolescenza, ed è spesso strettamente legata alla povertà economica. In Italia, sono 1,3 milioni i minorenni che vivono in condizioni di povertà economica, una situazione che riduce le loro aspirazioni per il futuro. I bambini provenienti da famiglie con risorse limitate hanno infatti maggiori probabilità di abbandonare gli studi e ottengono risultati inferiori nelle competenze misurate a livello nazionale. Un indicatore chiave della povertà educativa è la dispersione scolastica. In Italia, il 10,5% dei giovani tra i 18 e i 24 anni ha abbandonato prematuramente gli studi, un tasso tra i più alti d'Europa, superato solo da Romania (16,6%), Spagna (13,7%), Germania (12,8%) e Ungheria (11,6%). Tuttavia, esistono forti divari tra le Regioni italiane: Sardegna (17,3%), Sicilia (17,1%) e Campania (16%) sono tra le Regioni con i tassi di abbandono scolastico più elevati, mentre le Regioni del Nord e del Centro registrano tassi inferiori alla media nazionale.
Il Pnrr ha stanziato 1,075 miliardi di euro per costruire o ristrutturare circa mille mense scolastiche entro il 2026, con l'obiettivo di colmare le gravi disparità nell'accesso ai servizi di refezione scolastica. Attualmente, solo il 36,9% delle alunne e degli alunni delle scuole primarie e secondarie di primo grado in Italia ha accesso al servizio mensa, a svantaggio soprattutto del Mezzogiorno. Le province del Sud, come Agrigento, Catania e Palermo, registrano infatti percentuali di copertura inferiori al 10%, mentre nel Nord, province come Biella e Monza superano il 70%. Le disuguaglianze territoriali nell'accesso alla mensa scolastica limitano l'alimentazione sana delle bambine e dei bambini e ostacolano l'implementazione del tempo pieno, disponibile solo per il 28,1% delle classi a livello nazionale, con una maggiore concentrazione nelle Regioni del Centro-Nord. Per questo motivo, più del 50% degli investimenti del Pnrr sulle mense si concentra nel Mezzogiorno. Oltre a migliorare l'accesso ai pasti sani ed equilibrati, queste misure pongono anche le basi per estendere l'orario scolastico, includendo attività extra-scolastiche, sportive e culturali, riducendo la dispersione scolastica e offrendo migliori opportunità educative.
Il Pnrr ha stanziato 300 milioni di euro per costruire o ristrutturare palestre scolastiche. Attualmente, solo il 46,4% delle scuole italiane dispone di una palestra, con forti disparità tra Nord e Sud. In particolare, nelle province del Sud, come Cosenza e Catania, meno del 25% delle scuole ha una palestra, mentre in alcune province del Nord, come Firenze e Prato, la percentuale supera il 60%. Il 52% degli interventi del Pnrr destinati alle palestre si concentra nelle Regioni del Sud Italia, dove la mancanza di strutture sportive è più evidente. Questi investimenti mirano a fornire spazi adeguati all’educazione fisica e a promuovere una cultura dello sport inclusiva, capace di ridurre le disuguaglianze sociali e migliorare il benessere psicofisico degli studenti. Interventi essenziali per combattere la sedentarietà, che in Italia colpisce il 94,5% dei minori tra gli 11 e i 15 anni e offrire ai bambini opportunità di socializzazione e sviluppo fisico.
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