IL MATTINO
lo studio
24.09.2024 - 11:31
"La politica sta istituzionalizzando le barriere all'accesso all'aborto, trasformandole in politiche di deterrenza" con "ripercussioni sulla salute mentale". Linguaggio offensivo, ostacoli pratici ed economici aumentano, stress, ansia e depressione in chi fa questa scelta. A delineare, in Italia, un "attacco sistematico all'accesso all'interruzione volontaria di gravidanza" è un indagine presentata alla Camera dall'associazione 'Medici del Mondo'. Realizzata in vista della giornata mondiale dell'aborto sicuro che si celebra il 28 settembre, l'indagine denuncia "l'enorme difficoltà a reperire le informazioni sull'iter da seguire, la mancanza di consultori e gli elevati tassi di obiezione di coscienza. Mentre la pillola abortiva (RU486) in gran parte d'Italia continua a essere considerata un farmaco rischioso, nonostante in Europa si utilizzi da 30 anni". Le testimonianze riportate, parlano di situazioni al limite: atteggiamenti ostili e linguaggio offensivo del personale sanitario ('Potevi pensarci prima'), psicologi che chiedono continuamente 'sei sicura?', medici che non si presentano agli appuntamenti per allungare i tempi, donne costrette a firmare per la sepoltura del feto. Una vera e propria "violenza psicologica" con il risultato che "ai numerosi ostacoli che chi vuole abortire deve affrontare, si somma un inutile trauma emotivo". A preoccupare sono anche le proposte di legge per l'ascolto forzato del battito fetale o per il riconoscimento della capacità giuridica del feto, così come un emendamento al ddl per l'attuazione del Pnrr che dà alle Regioni il potere di avvalersi, nei consultori, 'di soggetti con esperienza nel sostegno alla maternità', che "spesso coincidono con i Centri del Movimento per la Vita". La risoluzione non vincolante del Parlamento Europeo sull'inclusione del diritto di aborto nella Carta dei diritti fondamentali dell'Ue chiede agli Stati membri di rimuovere gli ostacoli al servizio, come prevedono le linee guida dell'Oms, ricorda Elisa Visconti, direttrice di Medici del Mondo Italia. "Chiediamo al ministero della Salute - aggiunge - di recepire le raccomandazioni dell'Oms. Riteniamo inoltre necessari l'aumento del limite legale di età gestazionale in cui è possibile ricorrere all'Ivg e l'abolizione dell'attesa forzata. L'aborto va considerato come un atto medico per la tutela della salute psicofisica della gestante".
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