IL MATTINO
Ritratti
15.09.2024 - 10:01
Un appuntamento ricade in questi giorni a sessant’anni dall’uscita nelle sale del film “Per un pungo di dollari” capolavoro western di Sergio Leone; non in molti infatti sanno che a curarne la sceneggiatura con lo stesso Leone e con Duccio Tessari, fu proprio Di Leo anche se in diverse schede del film il suo nome non è menzionato. La notorietà del regista arrivò nei primi anni duemila quando il grande Quentin Tarantino affermò a riguardo della sua formazione estetica tutta l’ammirazione nutrita per lui: “penso che Di Leo possa considerarsi il Don Siegel italiano”.
L’ultimo grande omaggio gli è stato tributato dalla Casa del Cinema di Roma nel corso dell’evento dedicato al regista foggiano (nato a San Ferdinando di Puglia, oggi BAT), lasciatoci nel 2003 e celebrato con la proiezione di un film-documentario dal titolo "Down by Di Leo. Viaggio d'amore alla scoperta di Fernando Di Leo" firmato da Deborah Farina; a cui ha fatto seguito un incontro moderato dal critico cinematografico Marco Giusti e alla presenza di un altro foggiano Doc: Renzo Arbore, dedicato proprio al suo grande amico Fernando Di Leo. A celebrare oggi il genio della cinematografia di Capitanata restano le memorie affidate alla sorella Rita Di Leo e la nipote Giuliana del Verde; a quest’ultima il regista ha dedicato il suo zibaldone di pensieri dal titolo “Orbitando intorno al mio tramonto”, una specie di testamento spirituale e artistico che Di Leo consegna alle persone a sé più care e che fu oggetto di una mostra monografica ospitata a Foggia nel 2004 all’interno del cartellone degli eventi collaterali della IV edizione del Festival del Cinema Indipendente Italiano. La notorietà del regista arrivò nei primi anni duemila quando il grande Quentin Tarantino affermò a riguardo della sua formazione estetica tutta l’ammirazione nutrita per lui: “penso che Di Leo possa considerarsi il Don Siegel italiano”. Inoltre il regista realizza tra i più importanti B-movies degli anni ‘80-’90: iconici restano, per i cinefili di tutti i tempi, “La mala ordina” e “Milano calibro 9” nel quale esordisce una giovanissima Barbara Bouchet in uno spogliarello mozzafiato.
Un appuntamento ricade in questi giorni a sessant’anni dall’uscita nelle sale del film “Per un pungo di dollari” capolavoro western di Sergio Leone; non in molti infatti sanno che a curarne la sceneggiatura con lo stesso Leone e con Duccio Tessari, fu proprio Di Leo anche se in diverse schede del film il suo nome non è menzionato. Il debutto in sordina avvenne in un “pidocchetto” di Firenze ma, in pochi mesi il film, fece registrare un successo internazionale. Quest’estate ci hanno pensato gli organizzatori del Festival del cortometraggio della Valle dell'Ofanto a dedicare una serie di iniziative al loro conterraneo, in attesa di onorarlo più compiutamente.
Il film fresco di restauro in 4K realizzato dal laboratorio “L’Immagine Ritrovata”, a cura della Fondazione Cineteca di Bologna, Unidis Jolly Film, The Film Foundation, Hollywood Foreign Press Association e in cartellone questo mese presso il Cinema Modernissimo, con repliche già sold out. In attesa che anche la città di Foggia, nella quale Di Leo ha vissuto e si è formato negli anni giovanili, dedichi al conterraneo e a questo importante compleanno cinematografico, la dovuta memoria storica.
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